
Contro la cultura dello scarto: Cospe in Libano per affrontare la crisi migratoria e la malagestione dei rifiuti

Il 5 giugno si è celebrata la Giornata mondiale dell’ambiente, istituita nel 1972 dall’Onu in occasione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Questo appuntamento annuale è come un promemoria che incoraggia la consapevolezza e l’azione globale a favore dell’ambiente e della sua salute.
Il tema di quest’anno l’invito all’azione collettiva per contrastare l’inquinamento da plastica, un problema che permea l’intero pianeta e gli organismi che lo abitano, compreso il nostro. La Giornata mondiale dell’Ambiente 2025 è stata celebrata nella provincia di Jeju nella Repubblica di Corea. Una scelta non casuale, dato l’impegno concreto che la provincia di Jeju mette nel limitare l’utilizzo della plastica e nel riciclarla al meglio possibile attraverso un sistema di smaltimento di ultima generazione.
L’inquinamento da plastica è una vera e propria piaga che distrugge gli organismi in maniera visibile, attraverso i rifiuti dispersi nell’ambiente, e invisibile, con le microplastiche che vengono ritrovate all’interno degli esseri viventi. L’importanza di un utilizzo limitato e di uno smaltimento sostenibile si rendono sempre più evidenti, soprattutto nelle aree meridionali del mondo, dove l’inquinamento è spesso più alto.
Tra le sue sfide Cospe mette al centro quella della transizione ecologica sociale e la cura dei beni comuni, dove attraverso i progetti nei paesi si impegna nel supportare sistemi economici e filiere alimentari sostenibili ed eque.
Solo nel 2024 Cospe ha realizzato 23 progetti riguardanti la transizione ecologica, coinvolgendo 744 organizzazioni in 15 paesi. Attraverso questi progetti è stato possibile attivare processi di trasformazione delle filiere in un’ottica sostenibile e a minor impatto ambientale possibile.
Uno dei progetti sostenuti durante lo scorso anno è Swam Akkar in Libano, Paese dove la crisi dei rifiuti è presente da 10 anni ed è andata peggiorando nel tempo, unendosi a quella migratoria. L’improvviso aumento della popolazione ha appesantito il sistema di smaltimento di rifiuti del paese, già di per sé fragile. L’area di Jurd al-Kaytee nella regione di Akkar è fortemente colpita dallo sversamento dei rifiuti nell’ambiente e l’assenza di una politica nazionale impegnata sul tema, oltre alle difficoltà finanziarie, riducono la possibilità delle municipalità di fornire servizi base alla popolazione.
Swam Akkar ha contribuito allo sviluppo territoriale dell’area di Jurd al-Kaytee attraverso la riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti solidi, aumentando l’efficienza dei sistemi di smaltimento presenti. Inoltre il progetto ha coinvolto la popolazione presente e rifugiata, attraverso attività di sensibilizzazione e campagne informative sull’impatto dei rifiuti sull’ambiente, creando così una coscienza locale collettiva sul tema.
