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Già quarant’anni fa lo Stato ebraico attaccò reattori nucleari in Iraq

Israele ha colpito i siti nucleari dell’Iran, che contrattacca coi droni: l’Aiea monitora le radiazioni

Le conseguenze si estenderanno al mercato energetico globale, destabilizzando un’area cruciale per i combustibili fossili
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Il capo della Direzione dell'intelligence militare d’Israele, Shlomi Binder, afferma che il Paese sta entrando in una battaglia «esistenziale» contro l'Iran.

Dopo una preparazione durata anni, stanotte Israele con l’operazione “Rising lion” ha sferrato un «attacco preventivo» affermando di agire contro un'imminente minaccia derivante dal programma nucleare iraniano, e annunciando lo stato di emergenza interno in vista delle ritorsioni, che stanno già avvenendo: se dalle 3 di stanotte l’aeronautica israeliana ha attaccato circa 100 obiettivi iraniani, mentre scriviamo l’Iran reagisce con l’invio di oltre 100 droni diretti verso Israele.

Per la prima volta in vent’anni, ieri l’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha dichiarato che l’Iran non sta rispettando i suoi obblighi previsti dal Trattato di non proliferazione nucleare, perché ha portato i livelli di arricchimento dell’uranio vicini al 60%, un passaggio che può preludere alla costruzione di una bomba atomica.

In risposta, Israele ha colpito almeno tre siti del programma di ricerca nucleare iraniano, tra i quali – come conferma la Iea – spicca Natanz. Non è la prima volta che accade: il 7 giugno 1981, oltre 40 anni fa, Israele attaccò e distrusse parzialmente il reattore nucleare di ricerca iracheno Osirak a Tuwaitha, utilizzando aerei F-15 e F-16 forniti dagli Stati Uniti per portare a termine l'attacco.

Dopo il genocidio in corso a gasa perpetrato dall’esercito israeliano, l’attacco ai siti nucleari iraniani è un nuovo quanto forte elemento di destabilizzazione in Medio Oriente, che avrà ricadute di rilievo anche sul mercato energetico globale, contando che l’Iran oggi è il secondo produttore di petrolio nell’area dopo l’Arabia saudita.

Al contempo, ampie preoccupazioni riguardano l’innesco di un possibile disastro nucleare: al momento le autorità iraniane informano che la centrale nucleare di Bushehr non è stata presa di mira e che non è stato osservato alcun aumento dei livelli di radiazioni nel sito di Natanz, ma alla Aiea l’allerta è massima, con l’Agenzia che dichiara di stare «monitorando attentamente la situazione profondamente preoccupante in Iran».

Redazione Greenreport

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