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Chi pagherà le pensioni?

Di quanti immigrati ha bisogno l’Italia? Sarebbe necessario fornire 490mila permessi ogni anno entro il 2035

Un’analisi pubblicata dall’Osservatorio conti pubblici italiani spiega perché bisogna aumentare notevolmente il numero delle carte di soggiorno rilasciate annualmente, se non vogliamo subire gli effetti del calo demografico e del graduale invecchiamento della popolazione
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«Di quanti immigrati ha bisogno l’Italia?» La domanda viene posta dagli autori dell’Osservatorio Conti pubblici italiani, che in un articolo ora online analizzano la delicata questione del calo demografico che da non poco tempo sta colpendo il nostro Paese. Punto di partenza dell’indagine è infatti il combinato disposto determinato dal calo delle nascite e dall’allungamento della vita media, due fattori che stanno portando a un graduale invecchiamento della popolazione italiana e a una sua diminuzione in termini assoluti. Secondo le proiezioni del Working Group on Ageing presso l’Economic Policy Committee, se non si registrassero nuovi ingressi migratori (al netto delle uscite) e anche ipotizzando un significativo aumento della natalità, l’Italia potrebbe perdere oltre 10 milioni di abitanti ogni venticinque anni. E la popolazione scenderebbe così sotto i 50 milioni nel 2050 e sotto i 30 milioni nel 2100.

Per quanto riguarda l’età anagrafica della popolazione italiana, lo scenario del Wga citato dagli autori dell’articolo prevede che la classe di individui di 20-67 anni, ossia quella delle persone in età di lavoro, si riduca in termini relativi rispetto alla popolazione: dal 62% del 2023, al 58% nel 2035, fino al 52% nel 2050. Risalirebbe poi leggermente, fino al 59%, nella seconda metà del secolo. La conseguenza è un ispessimento relativo della fascia più anziana, a cui concorrerà soprattutto il transito delle folte generazioni degli anni del baby boom (nati negli anni ‘60 e prima metà dei ‘70) alle età senili. Anche negli scenari più favorevoli contemplati dagli istituti statistici, è dunque atteso che la popolazione italiana si riduca e diventi sensibilmente più anziana.

Per quanto riguarda invece l’analisi dal punto di vista del numero totale della popolazione, viene ricordato che dopo aver raggiunto il picco nel 2014, con 60,8 milioni di residenti, la popolazione italiana ha iniziato a contrarsi e nel 2024 contava poco meno di 59 milioni. Per mantenere invariato il numero di abitanti rispetto a oggi, scrivono gli autori dell’articolo pubblicato sull’Osservatorio Cpi, sarebbe dunque necessario attrarre almeno 10 milioni di nuovi immigrati netti entro il 2050 e più di 30 milioni entro il 2100, momento in cui gli immigrati supererebbero la popolazione originaria del Paese. Un traguardo più plausibile potrebbe essere quello di regolare i flussi migratori in modo da evitare un ulteriore calo del rapporto tra persone in età lavorativa e popolazione totale, così da garantire la sostenibilità del sistema di welfare. In questo scenario, occorrerebbe accogliere un numero maggiore di immigrati nei prossimi decenni (fino a 13,5 milioni entro il 2050), con una successiva stabilizzazione.

In tale ipotesi, la quota di immigrati rispetto al totale continuerebbe a crescere, arrivando al 35% nel 2100, ma restando comunque lontana dalla soglia del 50%. Considerando i flussi annuali e ipotizzando che ogni anno lascino il Paese 140mila persone, sarebbe necessario rilasciare 490mila permessi di soggiorno all’anno entro il 2035 e 620mila entro il 2050.

Il punto è cosa serve per conservare la sostenibilità del welfare. Al fine di rendere sostenibile le misure pubbliche di welfare, più che concentrarsi sul totale della popolazione, appare infatti necessario conservare una proporzione bilanciata di individui in età lavorativa rispetto alla popolazione totale, poiché i primi generano la ricchezza che finanzia il sistema. Nel 2023 la classe di età 20-67 anni costituiva il 62% della popolazione. Secondo lo scenario baseline del Wga, sempre preso a riferimento dagli autori dell’articolo, questa dovrebbe diminuire fino al 49% nel 2100. E senza numeri consistenti di immigrati, l’obiettivo di conservare la sostenibilità del welfare è impossibile da raggiungere.

Lo studio è molto articolato, ricco di dati, grafici e tabelle, ma la conclusione è molto chiara quanto sintetica: «A fronte di un necessario contenimento dell’immigrazione irregolare, occorre aumentare notevolmente i numeri degli ingressi regolari».

Redazione Greenreport

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