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Il report Onu

Di questo passo, non raggiungeremo la metà degli obiettivi di sviluppo sostenibile

A un decennio dal varo dell’Agenda 2030, il rapporto delle Nazioni Unite evidenzia che solo il 35% dei target è sulla buona strada, mentre per il 18% sono stati compiuti addirittura passi indietro. Guterres: «Arriveremo al risultato solo se agiamo con urgenza, unità e determinazione incrollabile»
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Trascorsi 10 anni dal varo dell’Agenda 2030, si può dire che a livello globale importanti passi avanti sono stati fatti, ma la verità è che siamo ancora nettamente in ritaro nel percorso delineato per centrare gli obiettivi di sviluppo entro i prossimi cinque anni. A segnalarlo è il rapporto chiave sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, presentato lunedì dal segretario generale António Guterres. Il documento riporta sia i progressi compiuti che le battute d'arresto al processo di avanzamento a livello mondiale. «Gli ultimi dati disponibili mostrano che solo il 35% degli obiettivi è sulla buona strada o sta facendo progressi moderati, mentre quasi la metà si sta muovendo troppo lentamente e il 18% è regredito», si legge. «Siamo di fronte a un'emergenza sviluppo», sottolinea Guterres. «Ma questo rapporto è più di un'istantanea di oggi. È anche una bussola che indica la strada del progresso. Questo rapporto dimostra che gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono ancora a portata di mano. Ma solo se agiamo con urgenza, unità e determinazione incrollabile».

La pubblicazione del rapporto coincide con l’avvio del Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile in corso a New York. «L'Agenda 2030 rappresenta il nostro riconoscimento collettivo che i nostri destini sono intrecciati e che lo sviluppo sostenibile non è un gioco a somma zero, ma uno sforzo condiviso che ci avvantaggia tutti», dice Li Junhua, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali. Dieci anni dopo questo impegno, l'agenda sta affrontando venti contrari sempre più forti, tra cui un deficit di finanziamento di 4 trilioni di dollari per il mondo in via di sviluppo e crescenti tensioni geopolitiche che stanno minando il multilateralismo. «Il problema è che gli obiettivi di sviluppo sostenibile non includono gli strumenti che sarebbero necessari per realizzarli», spiega Guterres ribadendo che c’è ancora molta strada da fare per centrare gli obiettivi.

Il quadro delineato dall’Onu è questo: tra il 2015 e il 2023, i tassi di mortalità materna e di bambini sotto i cinque anni sono diminuiti di circa il 15%. Nello stesso periodo di tempo, 54 Paesi hanno eliminato almeno una malattia tropicale e 2,2 miliardi di casi di malaria sono stati evitati grazie alle aree di prevenzione. «Queste vittorie non sono statistiche astratte: rappresentano vite reali trasformate, famiglie sottratte alla povertà e comunità messe in grado di costruire un futuro migliore e più resistente», spiega Li. Tuttavia, così come alcuni hanno visto la propria vita trasformata, molte persone in tutto il mondo sono rimaste indietro. Una persona su 10 vive ancora in condizioni di povertà assoluta e una su 11 soffre di insicurezza alimentare. Oltre 1,1 miliardi di persone vivono in baraccopoli o insediamenti informali senza servizi di base, tra cui l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici. E nel 2024, ogni 12 minuti una persona ha perso la vita a causa di un conflitto. In breve, mentre molte vite sono state trasformate negli ultimi dieci anni, molte altre non lo sono state, e alcune sono addirittura peggiorate o perse. «Ciò che abbiamo imparato da allora è che lo sviluppo sostenibile non è una meta, ma piuttosto un viaggio di innovazione, adattamento e impegno per la dignità umana», ribadisce Li.

Ancor più nel dettaglio, questi sono i progressi registrati tra le pur molte difficoltà in questo decennio trascorso dal lancio dell’Agenda 2030:

  • Le nuove infezioni da HIV sono diminuite di quasi il 40% dal 2010.
  • La prevenzione della malaria ha evitato 2,2 miliardi di casi e salvato 12,7 milioni di vite dal 2000.
  • La protezione sociale raggiunge oggi oltre la metà della popolazione mondiale, con un aumento significativo rispetto a un decennio fa.
  • Dal 2015, 110 milioni di bambini e giovani in più sono entrati a scuola.
  • Il matrimonio infantile è in declino, un numero maggiore di ragazze rimane a scuola e le donne guadagnano terreno nei parlamenti di tutto il mondo.
  • Nel 2023, il 92% della popolazione mondiale avrà accesso all'elettricità.
  • L'uso di Internet è passato dal 40% nel 2015 al 68% nel 2024, consentendo l'accesso all'istruzione, al lavoro e alla partecipazione civica.
  • Gli sforzi di conservazione hanno raddoppiato la protezione degli ecosistemi chiave, contribuendo alla resilienza della biodiversità globale.

Allo stesso tempo, il rapporto richiama l'attenzione sulle sfide che continuano a frenare il progresso dello sviluppo sostenibile:

  • Più di 800 milioni di persone vivono ancora in condizioni di estrema povertà.
  • Miliardi di persone non hanno ancora accesso ad acqua potabile, servizi igienici e sanitari.
  • I cambiamenti climatici hanno fatto sì che il 2024 sia l'anno più caldo mai registrato, con temperature di 1,55°C superiori ai livelli preindustriali.
  • I conflitti hanno causato quasi 50.000 morti nel 2024. Alla fine dello stesso anno, oltre 120 milioni di persone erano sfollate con la forza.
  • I Paesi a basso e medio reddito hanno affrontato costi di servizio del debito da record, pari a 1.400 miliardi di dollari nel 2023.

Il rapporto invita ad agire in sei aree prioritarie in cui l'intensificazione degli sforzi può generare un impatto trasformativo: i sistemi alimentari, l'accesso all'energia, la trasformazione digitale, l'istruzione, l'occupazione e la protezione sociale, l'azione per il clima e la biodiversità. Esorta inoltre i governi e i partner ad attuare il Quadro d'azione di Medellín, una tabella di marcia adottata al Forum mondiale sui dati delle Nazioni Unite del 2024, per rafforzare i sistemi di dati essenziali per la definizione delle politiche più opportune per lo sviluppo sostenibile.

Redazione Greenreport

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