L’Onu contro l’occupazione di Gaza annunciata da Israele, mentre nella Striscia si muore (anche) di fame
Dopo dieci ore di discussione, il gabinetto di sicurezza d’Israele ha approvato la proposta del primo ministro Benyamin Netanyahu di occupare militarmente Gaza, suscitando un’immediata reazione da parte delle Nazioni Unite nella persona dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk.
«Il piano del Governo israeliano per una completa presa militare della Striscia di Gaza occupata deve essere immediatamente fermato – afferma Türk – È in contrasto con la sentenza della Corte internazionale di giustizia, secondo cui Israele deve porre fine alla sua occupazione il prima possibile, con la realizzazione della soluzione concordata dei due Stati e col diritto dei palestinesi all'autodeterminazione. In base a tutte le prove finora raccolte, questa ulteriore escalation provocherà ancora esodi forzati di massa, ulteriori uccisioni, ulteriori sofferenze insopportabili, distruzioni insensate e crimini atroci».
Nel mentre, a Gaza si muore anche di fame oltre che per le bombe israeliane. Solo nel mese di luglio, sempre l’Onu documenta che circa 12.000 bambini sotto i cinque anni sono stati identificati come gravemente malnutriti, mentre anche la distribuzione di aiuti umanitari e alimenti «è diminuita drasticamente, con conseguenze negative per i bambini, le donne incinte e le madri che allattano». Sono gli sviluppi di una «pulizia etnica» che sta avvenendo in diretta sotto gli occhi del mondo, come denunciato nei giorni scorsi anche dal rettore dell’Università di Pisa.

«La guerra a Gaza deve finire ora. E israeliani e palestinesi devono poter vivere fianco a fianco in pace – insiste Türk – Invece di intensificare questa guerra, il Governo israeliano dovrebbe impegnarsi al massimo per salvare le vite dei civili di Gaza, consentendo il flusso completo e incondizionato di aiuti umanitari. Gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente dai gruppi armati palestinesi. Anche i palestinesi detenuti arbitrariamente da Israele devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente».