La Cina sta per approvare il suo primo Codice ambientale
WUHAN. La Cina è a un passo dal compiere un importante passo in avanti nella tutela dell’ambiente con la presentazione del suo primo Codice ambientale, sottoposto alla prima lettura del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo. Una volta ottenuta l’approvazione ufficiale, diventerà il secondo codice formale del Paese dopo il Codice civile, adottato nel 2020.
Il progetto di legge, composto da 1.188 articoli (qui il testo della bozza), affronta temi cruciali come la prevenzione dell’inquinamento, la protezione ecologica, lo sviluppo verde e a basse emissioni di carbonio, e le responsabilità legali. Il testo mira a integrare sistematicamente la normativa ambientale esistente, colmando le lacune legislative e semplificandone l’applicazione.
Secondo esperti del settore, tra cui il professor Wang Canfa della China University of Political Science and Law, il codice rafforzerà l’autorità e l’efficacia del quadro giuridico ambientale, facilitando soprattutto la creazione di uno Stato di diritto ecologico. Inoltre, offrirà una base solida per affrontare sfide come il cambiamento climatico, la neutralità carbonica e lo sviluppo sostenibile.
Tenendo conto del quadro normativo, della teoria e della pratica in ambito ambientale, si è scelto un modello di codificazione moderata, articolato in tre categorie, come spiegato da Shen Chunyao, direttore della Commissione affari legislativi del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo:
- Prima categoria: dieci leggi esistenti (come la legge sulla promozione della produzione pulita, sulla protezione dell’ambiente marino, sulla prevenzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, dei rifiuti solidi, del rumore e delle radiazioni) sono state riviste e incorporate nel Codice. Da notare che una volta codificate, queste leggi saranno abrogate.
- Seconda categoria: vengono incorporati i principi fondamentali di leggi relative a bacini idrografici, regioni, risorse naturali, biodiversità, sistemi ecologici, economia circolare ed efficienza energetica. Le leggi principali (come la legge sulle foreste, sulle praterie, sulle risorse idriche, sulla gestione del suolo, sulla pesca, ecc.) saranno mantenute, ma coordinate e rese compatibili con il nuovo codice.
- Terza categoria: vengono introdotte nuove disposizioni normative per affrontare temi non ancora pienamente regolati come il cambiamento climatico, il picco delle emissioni di carbonio, la neutralità carbonica e lo sviluppo verde a basse emissioni, gettando così le basi per un futuro sistema giuridico specifico.
La codificazione, iniziata nel 2023, riflette i risultati teorici e pratici raggiunti dalla Cina con riferimento alla realizzazione di una civiltà ecologica – considerata come priorità dal 2012 – e si propone di allinearsi alle strategie nazionali di sviluppo e agli impegni internazionali, aumentando l’influenza del Paese nella governance ambientale globale.
Insomma si può concludere affermando che il momento è maturo per una riforma di tale portata, che rappresenta un pilastro fondamentale nella costruzione di una “Cina bella”, e soprattutto sempre più in armonia con la natura.