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I giovani italiani sono i più preoccupati d’Europa dalla crisi climatica

La Banca mondiale documenta l’urgenza di garantire che i “change-makers” abbiano voce, capacità di agire e gli strumenti per plasmare il proprio futuro
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Secondo i dati rilevati dall’ultimo EU Youth Survey promosso dalla Commissione europea, l’ambiente e il cambiamento climatico sono al secondo posto nelle preoccupazioni dei giovani nel Vecchio continente, col 33% dei 16-30enni ad affermare che l’Ue dovrebbe concentrare le attenzioni su questo fronte: l’unica priorità più sentita è quella dell’aumento dei prezzi e del costo della vita (40%) mentre a chiudere il podio spiccano la situazione economica e la creazione di posti di lavoro (31%).

Ma le risposte, ovviamente, non sono omogenee tra i vari Stati membri. E l’Italia spicca come il Paese coi giovani più preoccupati di tutti dalla crisi climatica: il 46% la mette in cima alla lista delle priorità, davanti a Danimarca (44%) e Francia (40%), mentre in coda alla classifica ci sono i giovani ungheresi (21%), lituani (23%) e lettoni (23%).

Dare voce alle nuove generazioni, in tutto il mondo, rappresenta un passo centrale per affrontare la crisi climatica e traguardare un percorso di sviluppo più sostenibile, come emerge anche dal nuovo rapporto Change-makers: empowering youth for inclusive societies appena pubblicato dalla Banca mondiale.

Nel mondo ci sono 1,2 miliardi di giovani tra i 15 e i 24 anni, il 20% dei quali non ha un'istruzione, un impiego o una formazione, rientrando così nella classifica dei Neet (in Italia il dato si ferma a un pur rilevantissimo 15,2%, misurato però dall’Istat nella fascia d’età 15-29 anni). Circa l'85% dei giovani del mondo risiede in Paesi a basso e medio reddito e 600 milioni di giovani vivono in contesti fragili o colpiti da conflitti: in questo contesto, il rapporto della Banca mondiale evidenzia come l'inclusione vada oltre l'accesso al lavoro o alla scuola. Si tratta di garantire che i giovani abbiano voce, capacità di agire e gli strumenti per plasmare il proprio futuro, amplificandone l’agentività.

Il rapporto delinea raccomandazioni pratiche, come l'aumento dei finanziamenti per i programmi a sostegno delle giovani donne, la promozione dell'impegno civico dei giovani per costruire la coesione sociale e l'utilizzo di strumenti digitali e basati sull'intelligenza artificiale per ampliare le opportunità per i giovani tradizionalmente esclusi. «Il rafforzamento dei giovani come agenti del cambiamento – spiega la Banca mondiale – non è solo vantaggioso, ma essenziale per costruire società coese e promuovere lo sviluppo sostenibile».

Redazione Greenreport

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