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Le Autorità Sar assicurino la sicurezza della missione umanitaria

Siamo con voi giovani della Global Sumud Flotilla, non vi lasceremo soli

Le minacce del Governo israeliano verso i volontari diretti a Gaza, se concretizzate, sarebbero fuori da ogni istituto giuridico previsto dal diritto internazionale
 |  Approfondimenti

Apprendiamo, non senza essere profondamente turbati, che il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Ben Gvir, figura venuta alla ribalta della cronaca per sue posizioni estremiste assunte nel corso della repressione israeliano soprattutto in Cisgiordania, ha presentato al suo Governo un piano mirato a fermare la “Global Sumud Flotilla”, in base al quale tutti gli attivisti che verranno arrestati saranno trattenuti in “detenzione prolungata” e, a differenza della precedente prassi seguita nei tentativi già posti in essere dai volontari della “Flotilla” di raggiungere la costa gazawa, verranno tradotti nelle famigerate prigioni israeliane di Ketziot e Damon, note per essere utilizzate per detenere i terroristi in condizioni assai rigorose e solitamente riservate ai prigionieri di pericolosi.

Sempre lo stesso Ben Gvir, per eliminare ogni dubbio, afferma che agli attivisti della “Flotilla” non godranno dei privilegi speciali (così li definisce!) come giornalisti o missioni d’aiuto umanitario, e aggiunge che “…non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell'agiatezza".

Delle due l’una: o il capopopolo dei coloni più reazionari sta azzardando un bluff per tentare di intimidire gli attivisti della “Flotilla” che, già nel recente passato, hanno dimostrato di essere decisi e determinati, oppure il rappresentante dell’estrema destra del Governo Netanyahu parla a nome del leader e sa di poter contare sulla copertura politica delle affermazioni fatte.

Procediamo con ordine: il bluff quale prima ipotesi, raggiungerebbe solo l’effetto di aumentare la determinazione dei volontari a raggiungere il condivisibile risultato di portare aiuti umanitari ai disperati di Gaza e a richiamare, ancor di più di quanto già avvenuto, l’attenzione del mondo mediatico sulla missione umanitaria più imponente mai organizzata prima d’ora da associazioni e gruppi di liberi cittadini, che hanno trovato la forza e il coraggio per organizzarsi in una missione umanitaria su larga scala, rischiando di persona.

La seconda ipotesi, decisamente molto più preoccupante, riguarderebbe una reazione sproporzionata e, soprattutto, fuori da ogni istituto giuridico previsto dal diritto internazionale.

Centinaia di volontari, provenienti da 44 differenti Paesi non possono essere considerati, stando alla gratuita definizione del ministro Gvir tutti terroristi e, senza rendere conto a nessuno, privati dalla libertà individuale e trattati alla stregua di pericolosi criminali da rinchiudere in carceri di massima sicurezza.

Non utilizziamo, volutamente, il termine terroristi proprio in ragione del fatto che questo termine è stato assai abusato dalle autorità israeliane e appiccicato sulla fronte di tutte le persone non risultano essere in linea col Governo in carica.

Quindi, mentre le persone attente e sensibile alle sorti del genocidio dei palestinesi in atto, guarda con interesse al procedere della missione umanitaria affidata ai volontari della “Global Sumud Flotillia” , desideriamo richiamare tutte le Autorità Sar (Search and rescue) dell’area del Mediterraneo orientale, interessata dal passaggio del convoglio diretto lungo le coste della Palestina, di prestare la massima, continua, attenta e puntuale attenzione, affinché la navigazione possa proseguire in assoluta sicurezza per le unità e per i loro equipaggi.

Gli occhi del mondo libero sono puntati su questi valorosi giovani, che osano sfidare le ingiustizie e i soprusi posti in essere dall’attuale Governo israeliano e che pesano sulle coscienze di milioni di uomini liberi, pronti anche ad una reazione indignata di fronte ad un atto di tanta sconsiderata arroganza e illegittimità minacciato dal ministro.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).