Trump ci vuole più duri con gli «illegal aliens», ma il calo demografico italiano si bilancia solo con gli immigrati
Punta il dito contro gli «illegal aliens», con un misto di linguaggio profetico e frasi nonsense se la prende con gli immigrati ma anche con le rinnovabili, «this double-tailed monster», «questo mostro a due code che distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino». Donald Trump parla all’assemblea generale dell’Onu e la cosa preoccupante non è solo il contenuto del suo discorso ma anche il fatto che, come sottolinea un servizio della Bbc, «sei anni fa il pubblico di Trump alle Nazioni Unite rideva, quest’anno è rimasto in silenzio». È perché dopo neanche un anno dal suo ritorno alla Casa Bianca ci si è già assuefatti alle sue sparate sempre più estreme? O è perché le sue invettive contro il «disastro dell’immigrazione», contro una pur «amata Europa» che però «sta distruggendo la sua eredità» ormai hanno fatto breccia? In ogni caso, il silenzio della platea e quello mantenuto ancora oggi dai vertici europei è piuttosto inquietante, considerato il discorso pronunciato dal presidente Usa: a più riprese ha legato questo presunto «immigration disaster» in corso in Europa non a questioni giuridiche, di legalità o illegalità, ma a questioni appunto di «heritage», di «eredità», che è culturale e religiosa. Lo sottolinea bene sempre il servizio della Bbc: «C’è un aspetto culturale nella critica di Trump all’Europa, la sensazione che egli ritenga che l’immigrazione incontrollata stia minacciando quella che considera l’eredità giudaico-cristiana dell’Europa. Non a caso Trump è il leader di un’amministrazione che ostenta con orgoglio la propria religione. “Proteggiamo la libertà religiosa”, ha detto all’Onu, “compresa quella della religione più perseguitata oggi sul pianeta: il cristianesimo”».
Far scivolare il tema dell’immigrazione dal piano del rispetto delle norme a quello del conflitto religioso sarebbe fatale per un’Europa in cui già oggi le destre soffiano sul fuoco dell’intolleranza sventolando le bandiere dei valori nazionali da difendere e delle radici cristiane da tutelare. Ma basterebbe anche guardare agli attuali dati della popolazione europea e di questo presunto «disastro dell’immigrazione» per mostrare quanto le frasi di Trump siano degne di una sonora risata o di un fermo rimbrotto, ma non di un imbarazzante silenzio.
Per limitare il discorso al solo nostro Paese, già in passato autorevoli studi hanno mostrato che sarebbe necessario fornire 490mila permessi ogni anno entro il 2035, se non vogliamo subire gli effetti del calo demografico e del graduale invecchiamento della popolazione. Lo stesso Istituto nazionale di statistica (Istat) ha recentemente certificato che nel biennio 2023-2024 l’Italia ha registrato un record di espatri (270mila, +39,3% rispetto al biennio precedente) che abbiamo potuto bilanciare ai fini lavorativi e previdenziali solo grazie a un analogo record di immigrazione straniera.
Ma non solo. Caso vuole che proprio nel giorno in cui Trump diceva ai rappresentanti europei «i vostri Paesi stanno andando all’inferno» per colpa dei suddetti «illegal aliens» e «double-tailed monster», il presidente dell’Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp), Natale Forlani, ha fornito in audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica una serie di freddi ma comunque altrettanto evocativi numeri. Numeri da cui, in sintesi, emerge questo: «In soli dieci anni usciranno dal lavoro circa 6,1 milioni di italiani: un esodo generazionale che rischia di lasciare il Paese senza ricambio e di mettere in crisi la tenuta del welfare». Secondo le analisi condotte dall’Inapp, che non è un think tank collegato magari a partiti di sinistra ma un ente pubblico vigilato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la popolazione in età da lavoro (20-64 anni) si ridurrà del 34%, con inevitabili conseguenze su crescita economica, welfare e sostenibilità della spesa pubblica, e poi ci sono una spesa pensionistica in aumento fino al 17% del Pil entro il 2040 e oltre 4 milioni di over 65 non autosufficienti che richiedono assistenza continuativa. Si tratta di un problema serio, che si affronta con mirate politiche di immigrazione, non sventolando vessilli crociati contro mostri mitologici.