La Flotilla non arretra e le minacce del Governo israeliano si fanno sempre più aggressive
La stessa televisione israeliana ha anche annunciato che la Marina israeliana si sta preparando ad intervenire sulla flottiglia con l’intenzione di sequestrare le imbarcazioni; inoltre, è stato dichiarato che una nave della Marina israeliana sarà inviata nell’area in cui si prevede l’arrivo delle unità della Flotilla, con la manifesta intenzione di arrestare gli attivisti della missione umanitaria e portarli al porto di Ashdod, nel Sud di Israele. Sempre la stessa televisione di Stato ha affermato che alcune unità della flottiglia potrebbero essere affondate. Comunque sia, il dato rilevante che emerge è che l’Idf non permetterà alla missione umanitaria di raggiungere Gaza. Non dimentichiamo che, a bordo delle unità, ci sono rilevanti quantitativi di aiuti umanitari, in particolare forniture mediche
In queste ore, mentre scriviamo per aggiornare sull’evoluzione della più imponente missione umanitaria mai diretta verso Gaza, la Flotilla avanza con determinato coraggio nel tentativo di rompere il blocco navale la cui legittimità non ha di fatto valore in base al diritto internazionale.
«Nelle prime ore di questa mattina – comunicano dalla flottiglia – le forze navali di occupazione israeliane hanno lanciato un'operazione intimidatoria contro la Global Sumud Flotilla. Una delle nostre navi capoclasse, Alma, è stata aggressivamente circondata da una nave da guerra israeliana per diversi minuti. Durante l'incidente, le comunicazioni di bordo, comprese le nostre trasmissioni a circuito chiuso, sono state disattivate da remoto e la nave militare si è avvicinata pericolosamente, costringendo il capitano a una brusca manovra evasiva per evitare una collisione frontale. Poco dopo, la stessa nave militare ha preso di mira Sirius, ripetendo manovre di disturbo simili per un lungo periodo di tempo, prima di ritirarsi definitivamente. Queste manovre sconsiderate e intimidatorie hanno esposto i partecipanti a gravi rischi. La Global Sumud Flotilla è una missione pacifica e non violenta che trasporta aiuti umanitari e civili da oltre 40 paesi. Interferire con il nostro passaggio è illegale e qualsiasi attacco o intercettazione costituisce un crimine di guerra. Nonostante questi atti di aggressione, la flottiglia prosegue la sua rotta con determinazione. La nostra missione resta chiara: sfidare l'assedio illegale di Gaza da parte di Israele, stare al fianco del popolo palestinese e fornire aiuti a una popolazione assediata che rischia la fame e il genocidio».
La flottiglia è infatti il più rilevante tentativo di raggiungere in massa le coste gazawe mai effettuato fino ad oggi. Il termine “sumud”, che in arabo significa "determinazione" o "perseveranza incrollabile", è diventata la parola che meglio di tutte riesce a definire la resistenza del popolo palestinese dopo la Guerra dei sei giorni, nel 1967: questo termine riassume in sé il concetto di resistere all'occupazione e costruire istituzioni alternative attraverso modi per mantenere i palestinesi sulla loro terra, mantenere viva l'identità e la cultura palestinese e la disobbedienza civile non violenta. In Palestina, i simboli dell'ulivo e della contadina incinta, sono usati per rappresentare in concetto di Sumud.