Il voto va inteso come fecero i Padri costituenti: un diritto e anche un dovere civico
Assistiamo con crescente frequenza ad una continua e costante disaffezione alle urne; un allontanamento dall’esercizio più importante che il diritto di cittadinanza conferisce alle persone fisiche e che la Costituzione annovera tra il più importanti, qualificandoli come diritto e dovere civico, interamente riposto nelle mani dei cittadini.
Non si può immaginare nessuna forma di democrazia se non attraverso questo irrinunciabile strumento, che consente a tutti i cittadini la partecipazione attiva e consapevole alle scelte politiche e, in definitiva, consente di essere attori principali e non semplici distratti spettatori di quella forma di governo che chiamiamo Democrazia con la “d” maiuscola e che con deferente rispetto pronunciamo il nome, pensando al sangue, al sudore e alla fatica che questo sistema di governo esteso a tutti è costato (e ancora costa!) alle generazioni che ci hanno preceduto, alle attuali e a quelle che verranno.
Dicevamo essere un diritto: il primo è più importante che ti conferisce la cittadinanza italiana e che consente la partecipazione alla vita pubblica, alla vita democratica della nazione in cui si è parte attiva del tessuto sociale che la compone e non un semplice turista di passaggio.
Le scelte della politica riguardano tutti e, proprio tutti, abbiamo bisogno di sanità pubblica, di scuole pubbliche, di sicurezza pubblica e qui mi fermo perché altrimenti l’elenco diventerebbe troppo lungo e comunque non esaustivo.
Essere cittadini nel senso pieno del termine diventa un requisito fondamentale per essere partecipi delle decisioni che riguardano e che hanno ripercussioni sulla quotidianità della società civile; disertare le urne, abdicare alla propria funzione di soggetti attivi e pensanti, partecipi delle scelte pubbliche deve - il verbo dovere sottolineato due volte - essere inteso come questione prioritaria per tutti.
Si può disertare l’urna una o due se ne ricorrono motivi non dipendenti dalla volontà del cittadino e tali da poterla comprendere; tuttavia, in caso di reiterate assenza, quando si rinuncia deliberatamente e continuativamente a votare, che costituisce il primo dei doveri civici dei cittadini, forse sarebbe il caso di iniziare a sviluppare qualche mirata riflessione e magari a rivedere i criteri necessari ad accedere all’esercizio del voto.
L’iscrizione nelle liste degli aventi diritto al voto non è un fatto di poco conto; la partecipazione alla libera scelta dei propri rappresentanti a cui affidare responsabilità di governo e di gestione della cosa pubblica racchiude compiutamente l’essenza stessa della vita democratica.