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Dal Consiglio Supremo di Difesa: guerra a oltranza in Ucraina, accettata come un fatto ineluttabile

La domanda è: tutte le altre strade state sono precluse per principio? Il 2 dicembre prossimo, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, presenterà al Copasir il 12° pacchetto di armi a Kiev; il decreto interministeriale, come tutti quelli precedenti, verrà secretato
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Ieri pomeriggio, con una lunga seduta durata oltre tre ore, si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa, presieduto come vuole la Costituzione, dal Capo dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella. 

Tra le altre cose affrontate nel corso della riunione, emerge il tema della «minaccia ibrida» proveniente dalla Russia e da altri «attori stranieri ostili», così definiti in una nota inviata a conclusione dell’incontro alle agenzie dal Quirinale, che prosegue con queste parole: «quale sfida complessa per la sicurezza dell'Europa e dell'Italia nonché per l'integrità dei processi democratici».

Il Consiglio Supremo di Difesa - riporta ancora la nota – ha, inoltre, evidenziato i «gravi rischi di una minaccia in continuo incremento, basata sulla pervasività e diffusione di attività offensive fondate sulla velocità, sul volume e sull'ubiquità della tecnologia digitale, nonché sull'impiego malevolo dell'Intelligenza Artificiale».

Le parole riportate nella nota e condivise dal Capo dello Statto lasciano perplessi per due ordini di ragioni che, qui, brevemente, cercheremo di leggere: la prima ragione che merita, a nostro avviso, di essere chiarita riguarda la definizione dei cosiddetti «attori ostili stranieri» che sfuggono totalmente alla nostra comprensione e che aumentano la confusione e l’incertezza su quella che realmente accade negli scenari del conflitto Russo-Ucraino attualmente in essere; la seconda e, certamente non meno rilevante ragione, si lega alla spiegazione, a portata di una media intelligenza, del significato di «integrità dei processi democratici». Non si comprende se riguarda l’Europa o la sola Italia e, soprattutto da quale minaccia reale o solo ipotetica bisognerebbe restare in guardia?
Il Consiglio Supremo di Difesa – continua poi la nota - «ha condiviso la necessità, sottolineata anche in ambito europeo e dell'Alleanza Atlantica, di mantenere alta la vigilanza sulla tutela delle infrastrutture critiche nazionali, nella difesa contro gli attacchi cyber e nella dimensione cognitiva», che oltre alle dimensioni tradizionalmente note, viene spiegato nella nota che è stata diffusa, «si aggiungono anche il dominio dello spazio (riferito al controllo e all'utilizzo dello spazio esterno per scopi di sicurezza, difesa, economia e ricerca) e la dimensione subacquea: due ambiti questi la cui importanza sta crescendo in maniera esponenziale. L'insieme di queste minacce costituisce una sfida alla quale occorre reagire con necessaria tempestività e capacità, anche attraverso la definizione di nuovi strumenti». È stato, inoltre, precisato che il 2 dicembre prossimo, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, presenterà al Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) il 12° pacchetto di armi all’Ucraina; il decreto interministeriale, come tutti quelli precedenti, verrà secretato.

La linea del governo, dunque, rimane ferma nel mantenere aiuti militari (che noi cittadini non conosceremo ma possiamo solo ipotizzare) a Kiev e da questo principio non ci si discosta neanche di un millimetro. L’unica ragione resta quella delle armi e dell’uso della forza, al di là di ogni possibile via negoziale alla quale, oramai, nessuno sembra credere. La diplomazia ridotta al silenzio non esercita alcuna forma d’influenza e le centinaia di migliaia di morti e ancora di più i feriti e i mutilati non interessano a nessuno. Nelle impenetrabili stanze del potere nessuno sembra valutare se sussiste ancora una possibilità diversa dall’uso della forza per evitare che un’intera generazione di ucraini e russi sia risparmiata dalla ferocia di una guerra tanto assurda quanto tenuta nascosta alle telecamere, come se la puzza della carne umana bruciata non potesse (e non dovesse) arrivare all’olfatto dei cittadini europei, che si apprestano a girare per i mercatini di Natale.

Non possiamo fare finta che non sappiamo degli arruolamenti forzati, delle diserzioni di interi battaglioni di linea che non accettano la logica infame della guerra: spiace veder uomini di statura come il Presidente della Repubblica sottostare a questa logica e non siano invece raggiunti da moti di rigetto e di rifiuto rispetto alle centinaia di migliaia di vittime, che sono uomini fatti di carne; si tratta di mariti, padri, fratelli e figli che per logiche spesso ignote a queste masse, composte principalmente da operai e agricoltori sono condannati a morire mentre chi è lontano dall’inferno della guerra pensa agli affari, ad arricchirsi grazie alla gestione della massa gigantesca di aiuti e che arrivano anche sotto forma di denaro frusciante.

Una riflessione s’impone su tutto: non si può accettare tutto passivamente e trincerarsi dietro segreti putrefatti giustificati da una ragion di Stato sempre più vuota ed incomprensibile.  

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).