Skip to main content

I risultati di una ricerca italiana, condotta da Università Ca’ Foscari e Cmcc

Il riscaldamento globale ha innescato la corsa ai condizionatori nel mondo. E in Europa?

«Migliorare l'isolamento termico degli edifici attraverso l'adozione di codici di costruzione è tra gli strumenti politici più efficaci per ridurre il consumo energetico residenziale e in particolare le esigenze di raffreddamento»
 |  Crisi climatica e adattamento

L’avanzata del riscaldamento globale porterà a un uso sempre più intensivo dei condizionatori, e dunque a una richiesta di energia in crescita che – se continuerà ad essere soddisfatta prevalentemente tramite combustibili fossili – alimenterà un circolo vizioso: sappiamo già che i cambiamenti climatici potranno spingere la domanda globale di energia nel 2050 ad un aumento compreso tra l'11% e il 27% se il riscaldamento sarà modesto, e tra il 25% e il 58% se il riscaldamento sarà elevato. Come si comporterà l’Europa?

Un nuovo studio tutto italiano, condotto dal gruppo di ricerca congiunto Università Ca’ Foscari e Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici  (Cmcc), analizza per la prima volta le dinamiche di adozione degli impianti per l’aria condizionata e degli isolamenti termici per raffreddare gli ambienti in 8 paesi, di cui 5 europei – Francia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera – da oggi al 2040, combinando i dati di un sondaggio condotto dall’Ocse su un campione di famiglie con dati climatici.

«Gli europei – spiega Enrica De Cian, che ha guidato la ricerca – hanno tutto sommato una bassa propensione ad installare ed usare l’aria condizionata nelle loro abitazioni (20% in Europa), rispetto a paesi come Giappone (90%) e Australia (72%) che arriveranno al 100% nel 2040. Ovviamente le differenze climatiche e culturali dei diversi paesi europei e delle loro regioni, portano a percentuali di adozione attuali e future molto diverse».

Oltre alle importanti differenze regionali nei singoli paesi, e all’impennata nelle città, lo studio evidenzia che, più del reddito, una delle componenti essenziali per scegliere di dotarsi di un condizionatore è la ricchezza del nucleo familiare. Determinanti anche la presenza di soggetti a rischio nelle abitazioni, come bambini ed anziani. Altri fattori che giocano un ruolo importante sono la tipologia, la proprietà e lo stato dell’abitazione nonché la consapevolezza ambientale del capo famiglia; complessivamente, a fronte di un aumento medio del 4.3% del numero di persone che avranno un condizionatore tra il 2011 e il 2040, nei 5 paesi europei analizzati, lo studio evidenzia comunque come questo aumento sia in maggior parte dovuto all’urbanizzazione (3/4) rispetto al clima (1/4).

Uno scenario in cui diventa essenziale implementare politiche mirate per ridurre i consumi energetici degli edifici: l’Europa – spiegano dalla Ca’ Foscari – è ad oggi molto in ritardo con i suoi impegni di riduzione dei gas serra al 2020 e al 2030, e se è vero che i nuovi edifici consumano in media il 40% in meno rispetto a quelli vecchi, in Europa solo l’1% degli edifici è di questo tipo.

«Come evidenziato da numerosi altri studi precedenti, migliorare l'isolamento termico degli edifici attraverso l'adozione di codici di costruzione è tra gli strumenti politici più efficaci per ridurre il consumo energetico residenziale e in particolare le esigenze di raffreddamento – spiega Filippo Pavanello, co-autore dello studio – Le politiche dovrebbero anche puntare a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché dimostriamo che la coscienza ambientale è un elemento determinante nello scegliere di installare o meno un condizionatore e scegliere la sua frequenza di utilizzo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.