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Una disuguaglianza climatica in cui chi inquina di più paga di meno

Il 10% più ricco del pianeta impatta sul clima 60 volte di più rispetto al 10% più povero

Oxfam: «Occorrono fondi in grado di ridurre l’impatto della crisi climatica nei Paesi più poveri e consentire l’adattamento al cambiamento climatico»
 |  Crisi climatica e adattamento

Vi è una netta disparità nelle responsabilità per la crisi climatica in corso tra paesi ricchi – come il nostro – e paesi poveri, ampiamente riscontrabile anche nelle disuguaglianze di reddito e quindi nei diversi livelli di consumo pro-capite. Secondo le stime di Oxfam, che ieri ha messo in scena a Madrid un flash-mob in occasione della Cop25, il 10% più ricco del pianeta è responsabile del 50% delle emissioni di CO2 (dipendenti dai consumi), ossia ha un impatto 60 volte maggiore rispetto al 10% più povero. Basti pensare che l'emissione media di una persona appartenente alla metà più povera della popolazione mondiale è solo 1,57 tonnellate di CO2.

«Viviamo in un mondo in cui catastrofi naturali e eventi climatici estremi stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di decine di milioni di persone in paesi poveri, responsabili di una quota infinitesimale dell’inquinamento che provoca il surriscaldamento globale – spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – Basta guardare i dati. I paesi ad alto reddito come Italia e Spagna, in cui vive solo 1 persona su 6 nel mondo, sono responsabili di un livello di emissioni di Co2 in atmosfera 44 volte superiore ai paesi poveri. All'altro estremo, i 47 paesi più poveri del pianeta, sono responsabili solo dello 0,8% delle emissioni. Paesi dimenticati come la Somalia, il Niger, il Mali o il Sudan, dove vive più di 1 miliardo di persone, i cui mezzi di sussistenza dipendono in gran parte dalle condizioni climatiche e il reddito medio è di circa 1.000 euro all'anno».

Sono circa 3,5 miliardi di persone che vivono con meno di 5,5 dollari al giorno, e hanno “un'impronta di carbonio media” (pari al 50% dell’intera impronta ecologica) 11 volte inferiore a quella di una persona appartenente al 10% più ricco della popolazione mondiale. Il tutto in un contesto globale in cui 8 dei dieci paesi più colpiti da eventi meteorologici estremi sono a basso o medio-basso reddito.

«In questo scenario rilanciamo un appello urgente ai leader dei Governi che partecipano al summit, a partire dall’Italia, perché assumano un nuovo impegno, concreto e ambizioso, per una drastica riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, con l’obiettivo di contenere l’innalzamento delle temperature entro 1,5 gradi – conclude Bacciotti – Chiediamo inoltre lo stanziamento di fondi in grado di ridurre l’impatto della crisi climatica nei Paesi più poveri e consentire l’adattamento al cambiamento climatico delle comunità più vulnerabili, sostenendo di più e meglio il Fondo globale per il clima. Solo così potremo ridurre la disuguaglianza climatica che caratterizza il nostro tempo».

Redazione Greenreport

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