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Una ricerca italiana spiega perché d’estate la pandemia da Covid-19 ha registrato un calo

Lo studio si sofferma sull’effetto «fortemente sterilizzante dei raggi solari ultravioletti sul virus e la nota stagionalità della risposta immunitaria»
 |  Crisi climatica e adattamento

Una ricerca quantitativa sulla diffusione di Covid-19 da aprile e a ottobre 2020 nel nostro Paese, elaborata da ricercatori Cnr, Ingv, Università di Napoli Federico II, dipartimento Ambiente della Regione Puglia e New York University, mostra un «effetto stagionale estremamente significativo» che spiegherebbe il calo estivo della pandemia.

Lo studio The evolution of COVID-19 in Italy after the spring of 2020: an unpredicted summer respite followed by a second wave, pubblicato sull’International journal of environmental research and public health, parte dall’osservare che dopo i drammatici picchi di contagio e decessi dei mesi iniziali dell’epidemia, a partire da maggio il decorso della malattia è stato estremamente più mite.

«Questa osservazione, che insieme al calo drastico dei contagi nei mesi estivi di giugno e luglio ha dato adito ad accese dispute, tra chi sosteneva la necessità di mantenere alto il livello di precauzione e chi, al contrario, sosteneva il depotenziamento del virus, è stata per la prima volta quantificata statisticamente a livello nazionale – spiega Antonio Coviello del Cnr-Iriss – Lo studio ha analizzato in maniera sistematica, da aprile ad agosto 2020, il rapporto tra terapie intensive e casi attivi e quello tra decessi e casi attivi. Due indicatori estremamente significativi nello studio dell’aggressività della malattia. Entrambi questi rapporti calano bruscamente a partire da maggio e, all’inizio di agosto, raggiungono valori quasi 20 volte minori rispetto al picco di inizio aprile».

Il calo estivo è attribuito, nello studio, a due fattori fondamentali: «L’effetto fortemente sterilizzante dei raggi solari ultravioletti sul virus e la nota stagionalità della risposta immunitaria, che in estate è più efficace e meno infiammatoria. Nella fase grave, Covid-19 si comporta essenzialmente come una malattia auto-immune, in cui i danni maggiori agli organi bersaglio, in primis i polmoni, sono generati dalla risposta infiammatoria del sistema immunitario nota come tempesta di citochine – spiega Lorenzo De Natale dell’Università di Napoli – La marcata stagionalità della pandemia, dimostrata per l’Italia, sembra comune agli altri paesi europei e potrebbe spiegare la letalità molto bassa riscontrata in paesi caldi e soleggiati, anche in presenza di condizioni igieniche e sistemi sanitari peggiori che nei paesi nord-occidentali».

Infine, il lavoro analizza i trend di contagi in Italia nel periodo da fine agosto a fine ottobre, confermando «l’effetto di mitigazione estivo con l’osservazione che da settembre, assieme ai contagi, sono risaliti anche i rapporti tra terapie intensive e casi attivi e tra decessi e casi attivi, nonostante il numero di tamponi costantemente in crescita. Poiché andiamo incontro all’inverno – conclude Coviello – bisogna utilizzare adeguate misure di contenimento finché la vaccinazione non eliminerà il problema».

Redazione Greenreport

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