La crisi climatica ha un impatto sul benessere psicologico del 44% degli italiani di età compresa tra 18 e 35 anni
I ricercatori hanno analizzato in totale 6.914 risposte a due domande aperte. La prima domanda, che ha raccolto 3.463 risposte, era: «Quali emozioni ti vengono in mente più spesso quando pensi al cambiamento climatico?». La seconda domanda, che ha raccolto 3.451 risposte, era: «In che modo la tua ansia e il tuo disagio, riguardo ai cambiamenti climatici e alle problematiche ambientali globali, influenzano la tua vita quotidiana?». Ebbene, dall’indagine è emerso che l’emergenza climatica ha un impatto anche sulla salute mentale e sul benessere psicologico, in particolare su quello dei giovani italiani, alimentando sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia nei confronti del futuro.
Di fatto, si della prima indagine strutturata sull’ecoansia condotta su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni. A realizzarla è stato l’Istituto europeo di psicotraumatologia e stress management (Iep) per conto di Greenpeace Italia e ReCommon, con la collaborazione di Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (Rds), e pubblicata sulla rivista scientifica Journal of health and environmental research.
I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario diffuso dalle associazioni studentesche in scuole e università italiane e online, compilato da 3.607 persone. Dalle risposte, emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni.
Sottolineano gli autori dello studio: «Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo, con conseguenze di vasta portata che vanno ben oltre l’ambiente fisico. Il suo impatto sulla salute umana è sempre più evidente, con un numero crescente di prove scientifiche che collegano il cambiamento climatico a una serie di problemi di salute, compresi gli effetti sulla salute mentale». Gli obiettivi dell’indagine erano verificare se il cambiamento climatico abbia un impatto sulla salute mentale dei giovani italiani e, in tal caso, quale tipo di impatto abbia sulla loro vita. E i risultati acquisiti hanno fornito una risposta molto chiara.
«Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali», spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello Iep. «Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico».
L’analisi evidenzia forti collegamenti tra l’ecoansia e un maggiore disagio psicologico generale, evidente non solo tra i giovani che sono stati colpiti direttamente da eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ma anche tra coloro che possiedono semplicemente una consapevolezza della minaccia climatica. Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia.
Dall’analisi emerge che l'impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l’ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi meticolosa delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere nettamente sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici.
«L’emergenza climatica incide drasticamente sulla nostra vita, con impatti ambientali già molto visibili. Questa indagine mostra che è anche una questione di salute mentale, che non possiamo continuare a ignorare», dichiara Simona Abbate della campagna Clima di Greenpeace Italia. «Chiediamo al governo di riaccendere la speranza nel futuro agendo contro le cause della crisi climatica e facendo pagare ai suoi principali responsabili, le aziende del gas e del petrolio, i danni che stanno causando con le loro emissioni, oltre a garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici».