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GEO-7: Percorsi regionali di soluzione

 |  Crisi climatica e adattamento

È stato presentato nei giorni scorsi a Nairobi il Global Environment Outlook 7 (GEO-7) dell’UNEP, il principale rapporto scientifico sullo stato dell’ambiente mondiale. Il GEO-7 fornisce una valutazione completa e interdisciplinare delle crisi ecologiche globali e delle loro cause sistemiche. L’edizione appena pubblicata fotografa un pianeta in piena destabilizzazione ecologica e mostra come crisi climatiche, perdita di biodiversità, degrado del suolo, inquinamento e rifiuti si stiano intensificando insieme, trasformandosi in una crisi sistemica globale. Il mondo è fuori rotta rispetto agli obiettivi ambientali, ma il GEO-7 ricorda che le soluzioni esistono e richiedono azioni rapide e coordinate.

Lorenzo Ciccarese di ISPRA ha avuto un ruolo centrale nel processo che ha portato alla redazione del GEO-7, presiedendo gli Open Ended Meetings e partecipando al MESAG.

Pubblichiamo di seguito l'ultima delle tre parti in cui si articola la sintesi dell’intero rapporto.
Il rapporto completo è disponibile al link https://www.unep.org/resources/global-environment-outlook-7


Le crisi ambientali hanno impatti differenti in ciascuna regione, rendendo necessarie strategie trasformative adattate ai contesti locali e sensibilità alle disuguaglianze. Le soluzioni devono combinare finanziamenti nazionali e internazionali, sovvenzioni, prestiti agevolati e strumenti di finanza ambientale, in base alla rilevanza e all’influenza sulle crisi globali.

Sistemi economici e finanziari:

  • Africa: incentivare finanziamenti verdi e strumenti di recupero sostenibile, supportati da piani continentali come l’African Green Recovery Action Plan.
  • Asia e Pacifico: internalizzazione delle esternalità, sovvenzioni per iniziative lowcarbon, strumenti finanziari come green bonds e prestiti agevolati.
  • Europa dell’Est: allineamento alle direttive UE, green municipal bonds, efficienza energetica e governance trasparente.
  • America Latina e Caraibi: green finance, scambi debito-per-natura, investimenti comunitari attraverso cooperative regionali.
  • Europa Occidentale e altri: investimenti in beni pubblici a lungo termine, ecotassazione, carbon tariffs e strumenti di finanza verde.

Sistemi circolari:

  • La produzione e il consumo di materiali sono insostenibili. La circolarità è cruciale per ridurre l’uso di risorse e i rifiuti, con vantaggi economici, occupazionali e ambientali.
  • Africa: aumento della domanda di materiali previsto del 150% entro il 2050; circolarità per crescita e occupazione.
  • Asia e Pacifico: produzione e costruzione circolari, riduzione dell’impatto ambientale, coinvolgimento dei cittadini.
  • Europa dell’Est: monitoraggio e regolamentazione dei rifiuti e dei materiali oltre i limiti municipali.
  • America Latina e Caraibi: impronta materiale pro capite tra 14–25 tonnellate, ben oltre il limite sostenibile di 6–8 tonnellate; potenziale biogas dai rifiuti organici.
  • Europa Occidentale e altri: riduzione dei materiali attraverso ecotasse, progettazione duratura e stili di vita sostenibili.

Sistemi energetici:

  • La transizione implica eliminazione sussidi fossili, abbandono del carbone, espansione rinnovabili, maggiore efficienza e decarbonizzazione dei trasporti.
  • Africa: solare, eolico, geotermico, idroelettrico; cucine pulite; gestione della domanda tramite incentivi.
  • Asia e Pacifico: reti per idrogeno e biocarburanti; soluzioni off-grid; adozione di tecnologie efficienti.
  • Europa dell’Est: riduzione povertà energetica, trasporti puliti, energia verde decentralizzata.
  • America Latina e Caraibi: eolico, solare, bioenergia; trasmissione transfrontaliera; efficienza per mitigare vulnerabilità climatiche.
  • Europa Occidentale e altri: idrogeno verde, rimozione CO₂, mobilità elettrica, smart grids, carbon tariffs/taxes.

Sistemi alimentari:

  • Trasformazioni comprendono diete sostenibili, intensificazione agroecologica, agricoltura di precisione e filiere circolari, con focus su equità e governance.
  • Africa: agroecologia, conoscenza indigena, riduzione perdite alimentari, colture locali sottoutilizzate.
  • Asia e Pacifico: diete vegetali, acquacoltura sostenibile, integrazione piccoli produttori, riduzione sprechi urbani.
  • Europa dell’Est: diete vegetali, intensificazione sostenibile, rivitalizzazione piccoli agricoltori.
  • America Latina e Caraibi: agroecologia, diritti fondiari, urban agriculture, filiere senza deforestazione.
  • Europa Occidentale e altri: diete plant-rich, carne coltivata, filiere circolari, strumenti fiscali e tracciabilità.

Gestione ambientale:

  • Soluzioni basate sulla natura, ripristino ecosistemi e cooperazione transfrontaliera sono essenziali per biodiversità e mitigazione climatica.
  • Africa: riduzione degrado suolo, aumento cattura carbonio, agricoltura sostenibile.
  • Asia e Pacifico: agroforestry resiliente, gestione forestale sostenibile, tecnologie per riduzione emissioni.
  • Europa dell’Est: infrastrutture ispirate alla natura, conservazione biodiversità, gestione bacini idrici.
  • America Latina e Caraibi: riforestazione, agricoltura rigenerativa, stewardship indigena per emissioni nette negative.
  • Europa Occidentale e altri: agroecologia, restauro terreni, gestione aree protette, efficienza energetica, cooperazione globale per SDGs.

ISPRA

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