Skip to main content

Banche centrali: nuovi modelli macroeconomici per valutare i rischi climatici

Team di ricercatori italiani aiuta le banche centrali a valutare i rischi attraverso lo sviluppo di nuovi modelli macroeconomici
 |  Crisi climatica e adattamento

Ha preso il via il progetto “Sinergia di politica fiscale, monetaria e macroprudenziale per garantire una transizione rapida e ordinata verso un’economia a zero emissioni entro il 2050”, finanziato attraverso un “research grant” da International network for sustainable financial policy insights, research and exchange (Inspire), che vede  la partecipazione di Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Istituto di economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, RFF-CMCC European Institute on Economics (Milano),  Università Bocconi, Politecnico di Milano.

Al centro del progetto coordinato da Francesco Lamperti c’è lo sviluppo di nuovi modelli per valutare i rischi finanziari connessi al cambiamento climatico e per definire il ruolo delle banche centrali nella loro gestione e il Team di ricerca spiega che L’attenzione delle banche centrali per i rischi connessi al cambiamento climatico è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni».

Nel dicembre 2017 è stato creato il “Network for Greening the Financial System” (Ngfs), istituzione che comprende le maggiori banche centrali – come quelle di Francia, Spagna, Italia, Giappone, Germania –  e i più importanti istituti di regolamentazione finanziaria e che co-adiuva Inspire nel finanziamento dei progetti di ricerca più promettenti per coinvolgere il sistema finanziario nel contrastare i cambiamenti climatici. A fine del mese scorso, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha sollecitato le banche centrali a contribuire alla lotta al cambiamento climatico, a saperne comprendere i rischi e a sfruttarne le opportunità che ne derivano.

Al progetto Inspieresi chiede di contribuire a questo dibattito studiando come banche centrali e governi possano co-gestire le conseguenze del cambiamento climatico e della “transizione verde” per il mondo della finanza e per le dinamiche macroeconomiche.

Lamperti, ricercatore dellIstituto di economia e del Dipartimento di Eccellenza EMbeDS (Economics and management in the era of data science) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e scientist all’RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment di Milano, spiega che «Esistono due principali classi di rischi che il cambiamento climatico pone sul sistema finanziario. Una è legata agli impatti fisici: si pensi alle perdite di valore degli immobili a causa di inondazioni o uragani, un’altra riguarda le instabilità che la transizione stessa può creare, soprattutto in settori altamente finanziarizzati come quelli ancora dipendenti in maniera massiccia dal carbone. Il problema principale è che mancano modelli in grado di offrire valutazioni integrate di entrambe le classi di rischi e, soprattutto, che permettano di testare quali meccanismi di politica fiscale e monetaria siano necessari per gestirli».

Il progetto  punta infatti a «Sviluppare un nuovo modello macroeconomico, capace di analizzare sia i rischi fisici che quelli di transizione, finora analizzati in maniera disgiunta dalla letteratura, per il sistema finanziario globale».

Lamperti conclude: «Durante il prossimo anno svilupperemo un nuovo approccio alla modellizzazione del rischio climatico per le dinamiche macroeconomiche e, in particolare, cercheremo di capire come la politica fiscale, la politica monetaria e quella macroprudenziale possano interagire in maniera sinergica per garantire una transizione rapida e ordinata verso un’economia a zero emissioni entro il 2050».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.