Il riscaldamento globale sta sciogliendo 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno
In un nuovo commento pubblicato sulla rivista scientifica Science, gli antropologi Cymene Howe e Dominic Boyer della Rice University esaminano le conseguenze sociali della perdita dei ghiacciai globali in un commento pubblicato oggi su Science.
Il loro articolo è accompagnato da una ricerca che stima come, con le attuali politiche climatiche, oltre tre quarti della massa glaciale mondiale potrebbero scomparire entro la fine del secolo. Mentre lo studio proietta le conseguenze fisiche dello scioglimento dei ghiacciai, Howe e Boyer evidenziano gli impatti sociali e le storie umane che stanno dietro a queste statistiche: dagli ecosistemi sconvolti e dal patrimonio culturale in pericolo ai riti funebri per il ghiaccio scomparso.
«Spesso le statistiche sulla perdita dei ghiacciai possono sembrare astratte e distanti. Ma i ghiacciai hanno letteralmente plasmato il suolo su cui camminiamo e forniscono risorse idriche cruciali a circa 2 miliardi di persone. Per chi ha vissuto vicino ai ghiacciai, i loro significati culturali sono spesso profondi, rappresentando la relazione fondamentale tra il mondo sociale e quello naturale», spiega Howe, professore di antropologia e co-direttore del Programma di studi scientifici e Tecnologici della Rice University.
Il commento trae spunto dal lavoro in corso degli autori sulla Global Glacier Casualty List , una piattaforma digitale basata sulla Rice che documenta i ghiacciai che si sono sciolti o sono in grave pericolo di estinzione. Il progetto fonde climatologia, scienze sociali e narrazioni comunitarie per commemorare una parte della criosfera terrestre in rapida scomparsa.
«Gli ultimi cinque anni sono stati i peggiori per i ghiacciai da quando la perdita di ghiaccio è stata monitorata scientificamente. Ora perdiamo 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio a livello globale ogni anno, ma c'è la sensazione che persino queste perdite sbalorditive non siano sufficienti a motivare le necessarie azioni per il clima», argomenta Boyer, professore di antropologia e co-direttore del Center for Coastal Futures and Adaptive Resilience: «È qui che pensiamo che le scienze sociali possano collaborare con glaciologi e climatologi per spiegare perché queste perdite siano importanti e quante vite e comunità siano colpite dalla scomparsa di questi paesaggi straordinari».
La loro pubblicazione segna un'apparizione insolita degli scienziati sociali su Science, rivista che presenta principalmente ricerche nelle scienze naturali e fisiche. Gli autori sostengono che affrontare gli impatti del cambiamento climatico richiede non solo misurazioni scientifiche, ma anche comprensione culturale, memoria pubblica e azione collettiva.
«Con l’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai, aumentano anche le risposte sociali ed emotive ai cambiamenti ambientali», scrivono gli autori. Howe e Boyer sottolineano che gli obiettivi climatici globali, come limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, potrebbero ancora preservare una parte significativa dei ghiacciai mondiali e prevenire l'erosione di ecosistemi, economie e stili di vita culturali a essi collegati.
«La maggior parte delle persone sulla Terra non avrà mai la possibilità di trovarsi di fronte a un ghiacciaio, ma la loro perdita ci riguarda tutti – conclude Howe – Abbiamo ancora la possibilità di preservare metà dei ghiacciai rimanenti del mondo se agiamo insieme, e immediatamente, per ridurre il riscaldamento globale. Abbiamo perso molto, ma c'è ancora così tanto che può essere salvato per noi e per le generazioni che verranno dopo di noi: meritano di conoscere la magnificenza e il significato di queste grandi distese di ghiaccio».