
Con politiche climatiche più ambiziose il Pil globale aumenta ulteriormente tra il 3 e il 13% nei prossimi decenni

Un nuovo rapporto elaborato congiuntamente dall'Ocse e dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) evidenzia che obiettivi climatici ambiziosi, sostenuti da solidi piani di attuazione e di investimento, possono fornire importanti opportunità economiche, sbloccare investimenti e sostenere lo sviluppo e la crescita sostenibili, facilitando al contempo la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Questo rapporto, che sarà presentato alla Conferenza mondiale sui Contributi determinati a livello nazionale (Ndc), che si terrà dall'11 al 13 giugno a Berlino, è intitolato Investire nel clima per la crescita e lo sviluppo: Rafforzare i contributi determinati a livello nazionale. Mostra che allineare le politiche climatiche con le priorità economiche e sociali può tradursi in un aumento del Pil mondiale, una riduzione accelerata della povertà, un rafforzamento della sicurezza energetica e migliori risultati in materia di salute.
I vertici dell’Ocse sottolineano che sebbene l'azione per il clima sia aumentata significativamente negli ultimi dieci anni – poiché gli investimenti in energia pulita sono stati superiori a quelli destinati ai combustibili fossili e gli obiettivi di neutralità del carbonio coprono ora quasi il 90% dell'economia mondiale – sono necessari ulteriori progressi in questo senso.
Nel 2024, le emissioni globali di gas serra hanno raggiunto un nuovo massimo e l'aumento medio delle temperature su un anno intero ha superato per la prima volta gli 1,5°C. Ai sensi dell'Accordo di Parigi, i paesi sono tenuti a presentare ogni cinque anni nuovi piani climatici, per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra e adattarsi agli effetti e ai rischi climatici che ne derivano, sotto forma di contributi determinati a livello nazionale. Il ciclo Ndc del 2025 offre l'opportunità di aumentare l'ambizione collettiva dei paesi, sottolinea l’Ocse. Alla fine di maggio, 22 paesi avevano presentato la loro nuova versione Ndc, sapendo che molti altri dovrebbero fare lo stesso prima della trentesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30) che si terrà a novembre.
Mentre i Paesi si preparano a tale appuntamento che si svolgerà a Belém, in Brasile, questo rapporto fa luce su come l'azione per il clima possa servire come base per la prosperità a lungo termine e lo sviluppo sostenibile necessario per le generazioni attuali e future.
Secondo le analisi presentate nel report dell'Ocse e dell'Undp, Ndc rafforzati possono, se sapientemente progettati e supportati da solidi quadri di attuazione, consentire contemporaneamente una crescita economica inclusiva più rapida e ridurre le emissioni di gas serra.
In un tale scenario, il Pil mondiale aumenterebbe di circa il 60% tra il 2022 e il 2040, e sarebbe superiore dello 0,2% rispetto al livello a cui si stabilirebbe in uno scenario di mantenimento delle politiche attuali nel 2040.
Gli argomenti economici che spingono a favore di un'azione climatica ambiziosa diventano ancora più convincenti a lungo termine quando si tiene conto delle perdite economiche evitate in caso di riduzione dei rischi di eventi climatici.
Un’analisi condotta dall'Ocse indica che uno scenario in cui vengono adottati Ndc più ambiziosi potrebbe tradursi in un aumento del Pil mondiale che potrebbe raggiungere il 3% entro il 2050 e il 13% entro il 2100. Tuttavia, queste proiezioni portano probabilmente a sottovalutare l'entità dei vantaggi che deriverebbero da un'azione climatica più incisiva, dato che i modelli di analisi attuali non tengono conto delle ripercussioni economiche e sociali negative che avrebbe il superamento di target climatici critici – come lo scioglimento delle calotte glaciali o l'inversione delle correnti oceaniche – che potrebbero causare cambiamenti gravi e irreversibili del sistema climatico.
«I dati mostrano che i paesi possono rafforzare la loro crescita, il loro sviluppo e la loro resilienza, agendo in modo più ambizioso a favore del clima», sottolinea il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann. «Se le giuste politiche sono in atto, obiettivi climatici ambiziosi possono contribuire a conciliare gli investimenti pubblici e privati con un futuro a basse emissioni di carbonio, a ridurre la povertà e a rafforzare la sicurezza energetica. Argomenti economici evidenti militano a favore di strategie climatiche più ambiziose, realizzabili e in grado di attrarre investimenti».
«Questo rapporto mostra che la transizione verso economie più pulite e più verdi può di fatto favorire la crescita del Pil - e non ostacolarla», spiega l’Undp Achim Steiner. «Mentre guardiamo al futuro, è chiaro che le economie verdi giocheranno un ruolo trainante per l'industria, la mobilità e i sistemi energetici, tra le altre cose. Ndc rafforzati, sostenuti dalla Climate Promise dell'Undp costituiscono quindi impegni forti che fanno eco all'Accordo di Parigi e alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, a favore di un'azione più ambiziosa e di investimenti intelligenti favorevoli allo sviluppo, alla crescita e al progresso».
Tra l’altro, l’azione per il clima può avere effetti economici e sociali positivi che vanno oltre l'aumento del PIL. Secondo il rapporto, l'integrazione delle strategie climatiche e di sviluppo potrebbe aiutare una persona su cinque in condizioni di estrema povertà a migliorare la propria sicurezza finanziaria entro il 2050. Gli investimenti in energie pulite, trasporti a basse emissioni e un'urbanistica migliorata consentirebbero inoltre di migliorare la qualità dell'aria, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, dove l'inquinamento legato ai combustibili fossili rimane pesantemente con pesanti conseguenze sanitarie.
Per aiutare i paesi a realizzare questi vantaggi, il rapporto evidenzia una serie di priorità strategiche per il ciclo Ndc del 2025. Si tratta in particolare di far emergere un impegno politico di alto livello a livello di tutte le amministrazioni, di far coincidere gli obiettivi in materia di clima e di sviluppo sia a livello nazionale che locale, di coinvolgere fin dall'inizio il settore privato, di ottimizzare l'uso delle finanze pubbliche e degli aiuti internazionali, di rafforzare le istituzioni finanziarie pubbliche e internazionali, nonché di garantire l'adozione di approcci inclusivi a sostegno di coloro che sono più colpiti dalla transizione.
