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Presentato in Campidoglio il primo report di monitoraggio climatico di Roma Capitale

A Roma nel 2024 la temperatura media è stata 2,5°C superiore rispetto al periodo 1991-2020

Lo scorso anno registrati nuovi record anche di notti torride e giorni con disagio termico. E le proiezioni per il futuro sono anche peggiori: temperatura fino a un ulteriore +1,9°C, aumentano le notti tropicali (fino a +28) e +243% di ondate di calore estive
 |  Crisi climatica e adattamento

Il caldo record registrato nel 2024 a livello mondiale non dipendeva soltanto da una media alzata da chissà quali Paesi lontani. Lo scorso anno, a Roma, è stata registrata una temperatura media di 19,7 °C, superiore di 2,5 °C rispetto alla media 1991-2020. Non solo. Il 2024 è stato per la Capitale l’anno con più notti torride: 36, per la precisione, con temperatura minima giornaliera superiore a 25°C, quasi 30 giorni in più rispetto alla media 1991-2020. Ed è stato anche l’anno con più ondate di calore estive, registrandone 5,4 in più rispetto al periodo 1991-2020. Finito? No, perché il 2024 è stato per Roma anche un anno secco, con precipitazioni totali inferiori alla media, ma caratterizzato comunque da episodi di precipitazioni estreme. E ancora: gli indicatori che stimano il fabbisogno di riscaldamento nei giorni freddi e di raffreddamento nei giorni caldi mostrano una netta tendenza alla diminuzione del primo e all’aumento del secondo, soprattutto nei mesi estivi. È in aumento anche il numero di giorni con forte disagio termico dovuto alla combinazione di umidità e temperature elevate. In particolare, nei mesi estivi è emersa un’elevata frequenza di giornate con temperatura percepita superiore ai 45°C. Per il 2024 sono state 53 le giornate con disagio termico estremo, 29 in più rispetto alla media 1991-2020.

Tutto ciò emerge dal primo report di monitoraggio climatico di Roma Capitale, presentato oggi in Campidoglio nel corso del convegno “Ridurre l’impatto del caldo nei quartieri di Roma”, promosso dall’Ufficio Clima capitolino diretto da Edoardo Zanchini e a cui ha partecipato il sindaco Roberto Gualtieri. A dover far riflettere non sono soltanto i dati, tutti da record, che emergono dal rapporto (allegato nel Pdf alla fine dell’articolo). L’aspetto che fa suonare un ulteriore alert è che il 2024 non rappresenta un caso isolato, bensì si colloca in una sequenza di anni recenti, come il 2022 e il 2023, caratterizzati da un marcato riscaldamento rispetto alla media 1991-2020. Tutti questi ultimi anni si contraddistinguono per valori elevati sia della temperatura media sia di numerosi indicatori legati al caldo, come le notti tropicali, le notti torride, i giorni torridi e il numero di ondate di calore estive.

L’ulteriore elemento da sottolineare di questo report, che arriva a pochi mesi dall’approvazione in Campidoglio della prima Strategia di adattamento climatico e che è frutto della collaborazione tecnico-scientifica tra Roma Capitale e la Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), è la proiezione con orizzonte al 2050: a Roma si prevedono temperature più alte e un aumento degli indicatori legati alle temperature in tutti gli scenari climatici analizzati dall’Ufficio clima della Capitale.

Le stime si basano su un confronto con i dati medi del periodo 1981–2010, il trentennio di riferimento anche per l’elaborazione della strategia di adattamento della città. E gli scenari valutati sono quelli definiti dall’Ipcc, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici: lo scenario Rcp2.6 “Mitigazione aggressiva”, lo scenario Rcp4.5 “Forte mitigazione” e lo scenario Rcp8.5 “ad elevate emissioni”.

In base ai tre scenari, la temperatura media giornaliera potrebbe aumentare nei prossimi anni a Roma rispettivamente di 1,1°C (scenario Rcp2.6), 1,5°C (scenario Rcp4.5) e 1,9°C (scenario Rcp8.5). Le notti tropicali potrebbero aumentare di 14 giorni (scenario Rcp2.6), 22 giorni (scenario Rcp4.5) e 28 giorni (scenario Rcp8.5). Il numero di ondate di calore estive potrebbe aumentare del 125% (scenario Rcp2.6), 186% (scenario Rcp4.5) e 243% (scenario Rcp8.5). Il numero di giorni con disagio termico estremo da umidità e temperatura (temperatura percepita superiore a 45°C) potrebbe aumentare di 7 giorni (scenario Rcp2.6), 12 giorni (scenario Rcp4.5) e 14 giorni (scenario Rcp8.5).

Nel corso del convegno in Campidoglio sono stati approfonditi gli obiettivi e le sfide per adattare il territorio della Capitale a uno scenario di ondate di calore più frequenti e intense. Sono state anche approfondite le misure messe in campo per la prevenzione, il monitoraggio e l’adattamento degli spazi pubblici agli impatti dei cambiamenti climatici e illustrati i progetti su cui si sta lavorando per ridurre l’effetto isola di calore urbana a partire dai quartieri più a rischio. È però chiaro a tutti che è sì fondamentale far fronte alla sfida a livello locale, ma è determinante quel che si sta facendo a livello globale per ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili e tagliare le emissioni di gas climalteranti. E, da questo punto di vista, allargando lo sguardo dalla Capitale all’Italia, c’è poco da star tranquilli.

PDF allegati

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.