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Tra il 2000 e il 2019 registrati 489 mila decessi all’anno correlati al calore: il 36% in Europa

Lo segnala l’Organizzazione metereologica mondiale, sottolineando il legame tra il caldo estremo e il cambiamento climatico causato dai gas serra. Secondo le stime elaborate dalla Wmo e anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, il potenziamento su scala globale dei sistemi di allerta sanitaria per le alte temperature in 57 paesi potrebbe salvare circa 98.314 vite all’anno
 |  Crisi climatica e adattamento

«Un assassino silenzioso». L’espressione a cui ricorre l’Organizzazione metereologica mondiale (World meteorological organization, Wmo) nel report dedicato alle ondate di calore rende perfettamente l’idea di quel con cui abbiamo a che fare. «Le stime modellizzate mostrano che tra il 2000 e il 2019 si sono verificati circa 489.000 decessi correlati al calore ogni anno, di cui il 45% in Asia e il 36% in Europa», si legge nel testo diffuso in occasione del primo anniversario della call to action del segretario generale delle Nazioni Unite sul caldo estremo. «A livello mondiale – si legge inoltre nel testo – è noto che le diagnosi e le segnalazioni ufficiali di malattie, lesioni e decessi correlati al calore sono sottostimate. La maggior parte degli studi di attribuzione mostra un chiaro legame tra il caldo estremo e il cambiamento climatico causato dai gas serra che intrappolano il calore».

«Il caldo estremo viene talvolta definito il killer silenzioso, ma con la scienza, i dati e le tecnologie odierne, il silenzio non è più una scusa. Ogni singolo decesso causato dal caldo estremo è prevenibile», ha affermato Ko Barrett, vice segretario generale della Wmo.

Agire è d’obbligo, e per noi europei è ancor più necessario se si considera che l’Europa ha appena vissuto il giugno più caldo mai registrato: le forti ondate di calore, intensificate dalle elevate temperature della superficie del mare nel Mediterraneo occidentale, hanno causato uno «stress termico molto forte» in gran parte del continente europeo occidentale e meridionale.

«Il caldo estremo non è più una preoccupazione lontana o stagionale, ma una realtà quotidiana per milioni di persone», ha affermato Joy Shumake-Guillemot, responsabile del Programma congiunto Wmo-Organizzazione mondiale sanità sul clima e la salute e co-responsabile della Rete globale di informazione sul calore e la salute (Global Heat-Health Information Network, Ghinn). «`La nostra rete mette in collegamento scienza, politica e azione affinché nessuna comunità venga lasciata indietro nella corsa all'adattamento ai cambiamenti climatici, che continueranno ad aggravare il caldo estremo negli anni a venire. Non si tratta solo di una questione climatica, ma di un'emergenza sanitaria pubblica».

In risposta alla call to action, la Wmo e i suoi membri stanno lavorando per potenziare i sistemi di allerta precoce per il calore in linea con l’iniziativa Early Warnings for All. L'obiettivo è garantire che le popolazioni a rischio ricevano avvisi tempestivi che includano informazioni sulle misure di protezione da adottare e sulle fonti di assistenza. Secondo le stime elaborate dalla Wmo e anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, il potenziamento su scala globale dei sistemi di allerta sanitaria per il calore in 57 paesi potrebbe salvare circa 98.314 vite all’anno.

Redazione Greenreport

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