Caldo estremo, metà della popolazione mondiale a rischio
La frequenza e l’intensità degli eventi di calore estremo continuano a crescere, con gravi impatti su metà della popolazione mondiale. È quanto emerge dal rapporto pubblicato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che sottolineano come gli effetti del caldo siano particolarmente gravi per lavoratori, bambini, anziani e comunità a basso reddito.
Il rapporto mette in luce un impatto diretto sull’economia e sul lavoro: la produttività cala del 2-3% per ogni grado sopra i 20°C, mentre l’esposizione a temperature estreme aumenta i rischi di colpi di calore, disidratazione, disfunzioni renali e problemi neurologici. Secondo gli esperti, questi dati confermano che il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale, ma un’emergenza di salute pubblica e giustizia sociale.
In questo contesto, Greenpeace solleva la questione delle responsabilità dei grandi inquinatori. «I governi di tutto il mondo non possono più restare a guardare mentre la salute e il reddito dei lavoratori vengono compromessi a causa di una crisi climatica alla quale hanno contribuito in misura minima. Nel frattempo, le compagnie petrolifere e del gas guadagnano miliardi ogni giorno, alimentando il riscaldamento globale con le loro emissioni fuori controllo», dichiara Federico Spadini, della campagna Clima di Greenpeace Italia.
Per l’associazione ambientalista, le soluzioni ci sono, ma devono essere finanziate dai colossi dei combustibili fossili e non dai cittadini. «Il rapporto ONU elenca molte soluzioni giuste per affrontare questa grave situazione, ma sono i grandi inquinatori, e non le persone comuni, che dovrebbero finanziare le azioni contro la crisi climatica. Per questo chiediamo ai governi di introdurre una tassazione adeguata sui profitti delle aziende dei combustibili fossili».
Abbandonare rapidamente i combustibili fossili a favore delle fonti rinnovabili e tassare le aziende inquinanti per finanziare la transizione energetica e gli interventi di adattamento al caldo estremo rappresentano le prime azioni concrete per agire alla radice della crisi climatica.