Ue, previsti tagli ai finanziamenti per il clima e la natura. L’Eeb: «Sono colpi al sostegno vitale dell’Europa»
«Stiamo tagliando il bilancio destinato al nostro stesso sostentamento. Il futuro dell'Europa dipende da norme ambientali rigorose e da investimenti nella natura: indebolendoli, indeboliamo il nostro accesso all'acqua pulita, all'aria fresca, alla protezione dalle catastrofi e ad altre necessità per la sopravvivenza. La stessa analisi della Commissione ha concluso che ogni euro investito nel ripristino della natura può generare benefici economici a lungo termine compresi tra 8 e 38 euro». A parlare è Sergiy Moroz, responsabile delle politiche per la natura presso l’European environmental bureau. Facendo eco alla richiesta avanzata dal governo ceco e sostenuta dai ministri di Bulgaria, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo e Spagna in occasione del Consiglio Ambiente, la rete di organizzazione ambientaliste europee avverte che la salute delle persone e l'ambiente subiranno un duro colpo se saranno approvati gli attuali tagli di bilancio proposti nella bozza di quadro finanziario pluriennale 2028-2034 dell'Unione europea presentata dalla Commissione europea.
L'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, pubblicato neanche un mese fa, avverte che l'Europa è ancora molto lontana dal raggiungimento dei suoi obiettivi ambientali e climatici – dal suolo all'acqua alla biodiversità – con gravi rischi per la stabilità e la sicurezza del continente. Secondo la revisione dell'attuazione ambientale 2025 del giugno scorso, l'Europa investe attualmente appena la metà di quanto necessario per proteggere la biodiversità e la salute del suolo. Anche il regolamento sul ripristino della natura, fiore all'occhiello dell'Unione per il quale l’Italia ha votato contro, deve affrontare un notevole deficit di finanziamenti: il ministero dell'Ambiente ceco cita stime non pubblicate della Commissione europea secondo cui per la sua attuazione fino al 2030 sarebbero necessari 11,8-13,1 miliardi di euro all'anno. Anche i ministri dell'Ambiente hanno sottolineato che «la mancanza di finanziamenti e di risorse umane ha ostacolato notevolmente l'attuazione della legislazione in materia di acqua in tutti i settori», nelle loro conclusioni sulla strategia per la resilienza idrica.
Ciononostante, denuncia l’Eeb, la Commissione europea deve ancora chiarire da dove proverranno i finanziamenti pubblici necessari, promuovendo al contempo schemi di finanziamento privato non collaudati come i crediti naturali. E allo stesso tempo, propone tagli ai finanziamenti per il clima e la natura e la fine del monitoraggio della biodiversità, misure che rischiano di indebolire la responsabilità e di compromettere gli obiettivi europei in materia di ambiente, salute pubblica e sicurezza.
Con una lettera ad hoc, l'Eeb invita i ministri a fare del prossimo bilancio a lungo termine dell'Ue un vero e proprio investimento nel clima e nella natura, destinando il 50% alle priorità ambientali e almeno il 10% alla biodiversità, nonché a garantire una linea di bilancio dedicata e dotata di risorse adeguate per le azioni Life. L'organizzazione esorta inoltre la Commissione Ue a pubblicare senza indugio la relazione, ormai in ritardo, sul finanziamento del regolamento sul ripristino della natura.