CopConnection, quinta puntata con al centro il tema della «giusta transizione» e il problema dei lobbisti
Quinta puntata di CopConnection, serie dedicata a commentare ciò che sta avvenendo alla Cop30 in corso a Belém, in Brasile. A realizzarla è la cooperativa Econnection, con cui greenreport.it ha attiva una collaborazione editoriale.
In questo episodio, Sergio Ferraris (direttore di QualEnergia), Giorgia Burzachechi (direttrice di Giornalisti nell'erba), e Ivan Manzo (ASviS) riflettono assieme ad Anna Pellicci, capo delegazione di Italian climate network, circa l'approccio insolito della presidenza Cop, che ha lasciato intendere l'assenza di una singola cover decision in favore di due pacchetti di documenti, A e B, con temi interscambiabili.
La presidenza brasiliana è percepita come molto decisa e dimostra molta più forza rispetto alla Cop29, portando i tavoli a procedere più spediti.
Temi principali dei negoziati:
La Giusta Transizione: introdotta formalmente con COP 27 in Egitto, si sta cercando di definire un programma di lavoro su questo tema, nonostante la mancanza di una definizione comune e accettata universalmente. Il negoziato sta procedendo molto bene, focalizzandosi sull'inserimento dei risultati del Global Stocktake e sulla gestione dei meccanismi di commercio, come il CBAM europeo. Il tema dei diritti umani sta attraversando l'intero processo negoziale.
Global Stocktake (GST): si discute sia di come implementare i risultati del primo GST (svoltosi a COP 28 a Dubai due anni fa) sia della struttura del secondo GST, che si terrà a COP 33 nel 2028, probabilmente in India. Le parti sono molto divise sulle modalità future, con l'India che ha proposto di ripetere il processo esattamente come il primo.
Programma sulla Mitigazione (MWP): questo programma di lavoro è bloccato da varie sessioni. Esistono frizioni significative riguardo l'inserimento dell'obiettivo di 1.5°C all'interno del testo. La presidenza sta cercando di sbloccare questo stallo inserendo i punti principali nel pacchetto di decisione finale.
Un altro punto di attrito cruciale è l'uso della scienza del clima dell'IPCC, che è riconosciuta come la "best available science". Alcune parti, inclusa l'Arabia Saudita e la Federazione Russa, stanno cercando di "diluire" questo linguaggio inserendo il riferimento ad altre fonti oltre l'IPCC.
Il problema dei lobbisti: nel corso della puntata è stato poi affrontato ancora una volta il tema dei lobbisti, che si nascondono non avendo un badge specifico. È emersa un'inchiesta (di DE Smog e The Guardian) sulla presenza di 300 lobbisti del settore agricolo (che contribuisce al 30% delle emissioni), inclusi quelli dei grandi allevamenti intensivi, fitofarmaci e fertilizzanti. 77 di questi lobbisti (il 25%) appartengono alle delegazioni nazionali. Riescono ad accreditarsi attraverso i governi grazie ai badge "Party Overflow". L'UNFCCC sta discutendo la possibilità di separare i negoziati dai side eventsi, che si tengono nei padiglioni, per evitare «contaminazioni eccessive».