Skip to main content

CopConnection: le riflessioni finali sulla Cop30 con un’analogia tra combustibili fossili e una bella coppa di gelato

Ottava e ultima puntata della serie realizzata da Econnection e dedicata al vertice sul clima che si è tenuto a Belém. In questo episodio, Sergio Ferraris (direttore di QualEnergia), Giorgia Burzachechi (direttrice di Giornalisti nell’erba), e Ivan Manzo (ASviS) ospitano Maria Grazia Midulla (responsabile clima ed energia di Wwf Italia), Francesco Ferrante (vicepresidente del Kyoto Club), Valeria Zanini (Policy Advisor in diplomazia climatica per il think tank Ecco) e con un messaggio Mauro Albrizio (responsabile ufficio europeo di Legambiente)
 |  Crisi climatica e adattamento

Ottava e ultima puntata di CopConnection, serie dedicata a commentare ciò che è avvenuto alla Cop30 di Belém, in Brasile. A realizzarla è la cooperativa Econnection, con cui greenreport.it ha attiva una collaborazione editoriale. In questo episodio di riepilogo, viene sottolineato che i negoziati sono stati dominati dalle prospettive industriali legate al clima, ma anche che abbiamo assistito a uno scontro tra blocchi di paesi: da un lato quelli che rifiutavano qualsiasi percorso per l'uscita dalle fonti fossili, e dall'altro quelli che ne chiedevano una road map. Ne parlano Sergio Ferraris (direttore di QualEnergia), Giorgia Burzachechi (direttrice di Giornalisti nell’erba), e Ivan Manzo (ASviS), che ospitano Maria Grazia Midulla (responsabile clima ed energia di Wwf Italia), Francesco Ferrante (vicepresidente del Kyoto Club), Valeria Zanini (Policy Advisor in diplomazia climatica per il think tank Ecco) e con un messaggio Mauro Albrizio (responsabile ufficio europeo di Legambiente).

Al centro della discussione ci sono ovviamente i combustibili fossili: nonostante gli sforzi, la parola «fossili» non compare nel documento finale. L'accordo di Belém è visto come un passo preoccupante indietro sul phasing out di petrolio, gas e carbone, che è cruciale per mantenere in vita l'obiettivo di 1.5° C previsto dall'Accordo di Parigi. Il rifiuto è stato guidato principalmente dai petrostati, con l'Arabia Saudita in testa.

Il secondo blocco di riflessioni di questo episodio è dedicato all’Ue e al tema della competitività: l'Europa non è riuscita a diventare un competitor nel settore delle tecnologie rinnovabili a causa di divisioni interne. La Cina, attendista, ha verificato se l'Europa potesse rappresentare una minaccia nel lungo periodo, concludendo che la divisione interna la renderà un'Europa a due velocità, una notizia «ottima per la Cina» e «pessima per quanto riguarda l'Europa».

Terza questione affrontata in questa puntata: la posizione italiana. L'Italia è definita un «caso un po' particolare». Non si è impegnata a fondo per sviluppare un'industria manifatturiera per l'efficienza energetica e le rinnovabili. In una prima fase del dibattito finale, l'Italia (insieme alla Polonia) rappresentava la parte dell'Europa che non voleva la road map per le fossili. A livello nazionale, il paese continua a insistere sui biocarburanti, nonostante sia un «piano che non sta in piedi» globalmente, e mostra resistenze su agrivoltaico e fotovoltaico. Inoltre, si evidenzia la riapertura di dossier sulle trivelle, contraddicendo gli impegni climatici.

Nel finale della puntata viene sottolineato che nonostante le delusioni, l'accordo siglato in Brasile prevede la creazione del Meccanismo dell'azione di Belém, un nuovo strumento operativo per coordinare e promuovere la giusta transizione a livello globale. Inoltre, la presidenza brasiliana si è impegnata, in collaborazione con la Colombia, ad avviare un percorso per il face out dei combustibili fossili (un percorso per avere il percorso, definito "road map per avere la road map"), il cui lancio è previsto a Santa Marta in Colombia il 28 e 29 aprile del prossimo anno.

Tutti gli esperti concordano che l'incapacità di progredire sul fronte dei combustibili fossili deriva fondamentalmente dalla volontà politica dei governi. L'analogia usata per descrivere l'approccio dell'Europa (combattere le emissioni e non le fonti fossili) è che è «come se una persona un po' sovrappeso decidesse: voglio continuare a mangiare il gelato ma non voglio assorbirne le calorie».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.