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Sostenibilità a gonfie vele. Marina di Loano accende un faro sul futuro del mare

La zoologa Sabrina Lo Brutto ha illustrato quali conseguenze ha il cambiamento climatico sulla fauna e la flora mediterranea
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A Loano, in Liguria, si è svolto un importante momento di confronto tra autorità civili, accademici e categorie economiche per capire come rispondere alle sfide ambientali che attraversano il Mare Nostrum.

Questi i temi al centro del confronto “Sostenibilità a gonfie vele. Il futuro del mare parte da Marina di Loano”, ha visto la partecipazione di Caterina Banti, due volte medaglia d’oro olimpica di vela, del professor Alessandro Pezzoli, bioclimatologo e meteorologo del Politecnico di Torino (presidente della I zona della Fiv, Federazione Italiana Vela), della professoressa Sabrina Lo Brutto, biologa marina e docente di Zoologia dell’Università di Palermo, dell’ingegnere Nicolò Cavina, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Bologna. Tutti professionisti che si confrontano quotidianamente con il tema della sostenibilità e le relative possibili soluzioni. I relatori hanno condiviso un obiettivo comune: affrontare le sfide ambientali senza estremismi, attraverso comportamenti individuali consapevoli, investimenti mirati e innovazione tecnologica.

Alessandro Pezzoli ha ricordato come il cambiamento climatico sia ormai un’evidenza che richiede impegno immediato e ricerca di soluzioni, sottolineando che “non è mai troppo tardi” per adottare pratiche virtuose e ridurre gli effetti del surriscaldamento e dell’innalzamento del mare che sono notevoli sui fenomeni atmosferici di tutto il continente, molto più violenti e imprevedibili.

Nicolò Cavina ha posto l’accento sulla necessità di tradurre le parole in scelte concrete, sia a livello individuale – riducendo sprechi e consumi – sia attraverso investimenti pubblici strutturali sulle tecnologie che utilizzano energie alternative, come il gommone a idrogeno brevettato dal suo team di Unibo che ha appena vinto un prestigioso premio al Monaco Energy Boat Challenge 2025.

Sabrina Lo Brutto - firma di spicco su greenreport - ha illustrato quali conseguenze ha il cambiamento climatico sulla fauna e la flora mediterranea ribadendo l’importanza di promuovere una cultura della sostenibilità che unisca scienza, consapevolezza e fiducia nelle nuove generazioni, capaci di sviluppare e diffondere tecnologie a basso impatto, ma anche nella natura stessa capace, a patto di essere rispettata e aiutata, di trovare nuovi equilibri.

Caterina Banti, infine, ha testimoniato come il cambiamento climatico abbia significativamente influito sulle regate, rendendo le condizioni meteo imprevedibili, e ha lanciato un appello alla responsabilità personale, denunciando il rischio di deresponsabilizzazione: «Dire ‘non è un problema mio’ è il modo più veloce per non andare da nessuna parte».

In questo contesto, Marin a di Loano sta facendo la sua parte: «Il nostro obiettivo è chiaro – argomenta Gianluca Mazza, ad di Marina di Loano – Ridurremo le emissioni del 46,2% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, per arrivare alla completa decarbonizzazione entro il 2050. È una sfida ambiziosa, ma ci muoviamo con un piano concreto, basato su tecnologie innovative e una visione integrata di sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Da oltre dodici anni utilizziamo l’anello di condensazione, un impianto che sfrutta lo scambio termico con l’acqua di mare per riscaldare e raffreddare con efficienza i nostri spazi. Continueremo a investire su soluzioni come questa insieme all’ impianto fotovoltaico già operativo dal 2024 con una produzione di 334.000 KW/anno e a ulteriori soluzioni green anch’esse già operative alimentate da fonti rinnovabili, come le stazioni di ricarica elettrica per auto e barche e l’utilizzo di golf car. La raccolta differenziata dei rifiuti e delle acque nere di sentina sono due ulteriori soluzioni che utilizziamo fin dall’inaugurazione del porto».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.