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La Regione Toscana vuole incentivare l’uso di materiali riciclati negli appalti pubblici

Dal Consiglio regionale si chiedono «nuove misure per incentivare l’utilizzo di prodotti e materiali aggregati riciclati e il recupero di materiali inerti» nel settore edile
 |  Green economy

Il settore dell’edilizia e delle costruzioni ha patito forse più di ogni altro in Italia l’incedere della crisi, perdendo decine di migliaia di imprese – e lavoratori – nel giro di pochi anni. Un trauma da cui oggi è maturata una convinzione, condivisa da ambientalisti e imprenditori di settore: il modello di sviluppo antecedente al 2007 non è più sostenibile, ed è necessario cambiare passo. L’impiego di materiali riciclati per l’edilizia e le infrastrutture, a partire da quelle pubbliche, è un tassello fondamentale del nuovo corso. Eppure tarda a concretizzarsi.

L’Italia si presenta anzi fortemente arretrata su questo punto, come testimoniano da ultimo i dati diffusi da Legambiente all’interno del rapporto Recycle. «Apparentemente il processo normativo sembra procedere. In realtà i problemi sono evidenti», osservano dal Cigno verde.

In Toscana l’intenzione sembra sia quella di provare a metterci una pezza. Ieri la commissione Ambiente del Consiglio regionale ha approvato ieri una proposta di risoluzione nella quale si chiede alla Giunta azioni precise e diversificate su più fronti: in particolare, in tema di «appalti pubblici nel settore edilizio, tenuto conto degli indirizzi contenuti nel Prs (Piano regionale di sviluppo 2016-2020) e delle richieste contenute nella mozione approvata dal Consiglio il 23 novembre 2016 per il sostegno all’utilizzo di materiali riciclati, si chiedono nuove misure per incentivare l’utilizzo di prodotti e materiali aggregati riciclati e il recupero di materiali inerti, anche attraverso l’inserimento nei bandi regionali di clausole specifiche». L’intenzione è lodevole, certo i tempi non si annunciano rapidi. Da novembre ad oggi la mozione – prima firmataria la consigliera Pd Elisabetta Meucci – è rimasta solo su carta, mentre per crescere il mercato del riciclo ha bisogno di sostegno adesso.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.