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Rinnovabili, guerre per l’acqua e molto altro nella nuova puntata del podcast di greenreport

La selezione a cura di Maurizio Izzo delle principali notizie e interviste pubblicate la scorsa settimana
 |  Green economy

«Abbiamo perso due anni, come se potessimo permetterci di rallentare la trasformazione energetica di questo Paese». Maurizio Izzo apre la nuova puntata del podcast di greenreport con la notizia della sentenza del Tar del Lazio che accoglie il ricorso sulle aree idonee, quelle cioè dove è possibile realizzare nuovi impianti rinnovabili. «Sarebbe anche una buona notizia – commenta il direttore responsabile della nostra testata – peccato che come al Gioco dell’Oca ora si torna al punto di partenza»: le regioni che hanno già legiferato dovranno partorire una nuova legge che segua i criteri indicati nel prossimo decreto nazionale. E nel frattempo ci sono centinaia di progetti rinnovabili pronti a essere realizzati, ma fermi in attesa dei via libera autorizzativi. 

Erasmo D’Angelis, prosegue Izzo segnalando la seconda notizia della selezione per il podcast, ci ricorda che le guerre per l’acqua ci sono state, fin dal 2460 avanti Cristo, e che oggi siamo a quota 343 conflitti indicati sulle mappe dei ricercatori del Pacific Institute, il think tank globale water conflict chronology. Tra i Paesi in guerra per questo motivi ce ne sono molti dell’Africa, ma anche l’Ucraina, il Kashmir e anche due potenze nucleari come l’India e il Pakistan.

Per la successiva notizia si parte da un virgolettato: «I prezzi elevati dell'energia e le carenze della rete sono, in primo luogo, una minaccia per la sopravvivenza della nostra industria, un ostacolo importante alla nostra competitività e un onere insostenibile per le nostre famiglie e, se non affrontati, rappresentano la principale minaccia alla nostra strategia di decarbonizzazione». Sono parole di un sovversivo ambientalista? Domanda provocatoriamente Izzo. No, è la risposta, lo ha detto Mario Draghi. La verità è che chi non ha interessi di categoria da difendere non può non vedere che solo la transizione energetica ci porterà fuori dai combustibili fossili, chiosa Izzo. E lo conferma ancora Draghi quando dice è «scoraggiante vedere come l'Europa sia diventata ostaggio di interessi consolidati».

«Cambiare l’auto è diventato un enigma oltre che una spesa spesso insostenibile – posegue nella selezione Izzo – ma il mercato pian piano si sta indirizzando, tanto che a livello globale nel 2025 sono stati venduti 17 milioni di veicoli elettrici, un quarto del totale delle immatricolazioni: la metà di queste auto sono cinesi.

L’ultima segnalazione del podcast è per il problema dei rifiuti plastici abbandonati in mare e nei fiumi. Toglierli è diventata un’esigenza, ne sanno qualcosa i pescatori che si vedono riempire le reti di bottiglie e sacchetti. Ma può anche essere un’opportunità. La Toscana, viene evidenziato, è ancora una volta protagonista di un progetto europeo, presentato a Livorno. Epic, questo il nome del progetto, intende sviluppare e condividere buone pratiche per individuazione, raccolta, riutilizzo, riciclo e – dove necessario – corretto smaltimento delle macroplastiche rinvenute in mare, nei fiumi e nei porti. Sulle nostre pagine ne parla Alessia Scappini, amministratrice delegata di Revet, che avrà un ruolo chiave nel progetto.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.