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Puntare sulle rinnovabili conviene: Enel investirà altri 12,5 miliardi di euro entro il 2022

Dal 2015 sono già raddoppiati i dividendi per azione. Starace: «Enel è oggi una azienda più sostenibile, efficiente e remunerativa»
 |  Green economy

Investire nelle energie rinnovabili conviene al portafogli, oltre che all’ambiente: una dimostrazione plastica arriva oggi da Enel, che ha presentato il nuovo Piano strategico 2020-2022, al termine del quale il gruppo prevede un Ebitda di 20,1 miliardi di euro (+13% rispetto al 2019), e un utile netto ordinario di 6,1 miliardi di euro (+27%). La chiave per raggiungere questa performance economica sta negli investimenti in rinnovabili ed elettrificazione, la stessa perseguita a partire dal 2015: in questi quattro anni Enel ha potuto già raddoppiare i dividendi per azione, oltre a introdurre un dividendo minimo garantito dal 2017.

«Il piano che presentiamo oggi – argomenta Francesco Starace, ad e direttore generale di Enel – evidenzia il successo del modello di business sostenibile e integrato che abbiamo adottato fin dal 2015 per cogliere le opportunità nel settore energetico legate ai trend globali della decarbonizzazione e dell’elettrificazione. Grazie a questo approccio, Enel è oggi una azienda più sostenibile, efficiente e remunerativa, con un profilo di rischio significativamente minore e una maggiore capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti».

Più nel dettaglio, Enel – che ha confermato l’obiettivo della completa decarbonizzazione entro il 2050 – rappresenta oggi la più grande società di distribuzione energetica privata al mondo (con circa 73 milioni di utenti finali) e soprattutto il principale operatore privato nelle rinnovabili a livello mondiale, con una capacità gestita pari a circa 46 GW a livello globale. In quest’ambito l’accelerazione è stata evidente proprio a partire dal 2015: quattro anni fa la capacità media costruita da Enel era di 1 GW l’anno, oggi è triplicata e il Piano 2020-2022 prevede che si attesterà in media a 4,7 GW.

Entro il 2022 Enel punta infatti a sviluppare 14,1 GW di nuova capacità rinnovabile (+22% rispetto al piano precedente) e ridurre al contempo la capacità e la produzione da carbone del 61% e del 74%, rispettivamente, dai livelli del 2018; il tutto mettendo in campo investimenti da 14,4 miliardi di euro sulla decarbonizzazione, il 50% del capex totale di Piano.

Più specificamente, 12,5 miliardi di euro saranno investiti in rinnovabili (circa 1 miliardo di euro in più rispetto al piano precedente), di cui 11,5 miliardi di euro dedicati alla crescita della capacità: dei 14,1 GW previsti 5,4 GW punteranno alla sostituzione della generazione convenzionale con le rinnovabili in Italia, Spagna e Cile, per un investimento complessivo di 5,6 miliardi di euro.

Redazione Greenreport

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