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La crisi energetica rischia di far chiudere le imprese che riciclano plastica

Polieco: «È diventato praticamente impossibile garantire la sostenibilità della produzione»
 |  Green economy

Polieco, il Consorzio nazionale del riciclaggio dei rifiuti in polietilene – una delle plastiche più comuni presenti sul mercato – si unisce all’allarme già lanciato un mese fa da Assorimap e Unirima sul altri fronti dell’economia circolare: le imprese italiane del riciclo sono a rischio chiusura, a causa dei rincari energetici in corso ormai da tempo e acuitisi con la guerra in Ucraina.

«I problemi delle imprese consorziate si sono acuiti fino ad innalzare fortemente il rischio di chiusure che finirebbero per compromettere ulteriormente il settore – spiega la direttrice di Polieco, Claudia Salvestrini – Si tratta, nella maggioranza dei casi, di aziende energivore che già sostenevano costi altissimi per garantire lo svolgimento dei propri processi, ma che oggi sono messe in ginocchio dall’inflazione dei prezzi: per le imprese è diventato praticamente impossibile garantire la sostenibilità della produzione. Già abbiamo pochi impianti in Italia e questo per l’assenza di politiche industriali lungimiranti e per la scarsa incentivazione del settore, ma con i rincari energetici si rischia davvero di aggravare la situazione».

Un problema che ormai non riguarda più “solo” le filiere del riciclo ma anche quelle della raccolta rifiuti, e quindi dell’igiene urbana.

«In rappresentanza delle nostre aziende consorziate – aggiunge il presidente di Polieco, Enrico Bobbio – chiediamo che si attuino politiche di accelerazione per una risoluzione immediata e concreta del problema, senza esitazioni o decisioni provvisorie con continui rinvii al futuro che alimentano incertezze devastanti per il mondo delle imprese. Si lavori subito per la semplificazione degli iter autorizzativi e per incentivi economici in grado di favorire il ricorso all’energia pulita, nonché per agevolazioni fiscali che possano permettere alle imprese di far fronte all’emergenza».

Redazione Greenreport

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