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Oggi a Milano presentata la XX edizione del Rapporto di sostenibilità

Lucart, vent’anni di sostenibilità a bilancio per il GreenHero della carta

Pasquini: «Abbiamo costruito un modello industriale innovativo e sostenibile che unisce qualità, competitività e attenzione per l’ambiente e le persone»
 |  Green economy

Da quattro fratelli di Villa Basilica a 1.700 dipendenti in tutto il mondo: è questa la parabola della Lucart, multinazionale dal sangue toscano – a guidarla è da sempre la famiglia Pasquini, oggi alla terza generazione – che si occupa di sviluppo sostenibile da quando il concetto neanche esisteva. Agli albori, settant’anni fa, l’esperienza Lucart nasce mettendo a frutto l’idea di realizzare carta dalla paglia anziché dagli alberi, e ancora oggi si muove alla frontiera dell’economia circolare, riuscendo a dare nuova vita anche a imballaggi poliaccoppiati complessi come i cartoni per bevande.

Da vent’anni questo impegno è messo nero su bianco all’interno del Rapporto di sostenibilità, la cui ultima edizione è stata presentata oggi al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.

La multinazionale toscana ha chiuso l’anno con un fatturato di 685 milioni di euro, in leggero calo rispetto ai 765 registrati nel 2023 (quando erano cresciuti di molto, +6,7%, sull’anno precedente), ma la difficile congiuntura economica a livello internazionale non ha frenato gli investimenti in sostenibilità, che per Lucart rappresentano ormai un vettore di innovazione, efficienza e (dunque) competitività.

Nel corso del 2024, Lucart – guardando all’intera filiera, cartaria e cartotecnica – ha sfornato prodotti per 636.979 tonnellate, riducendo le emissioni di CO2 (387,53 Kg CO2/t prodotte, -3,43% sul 2023), il consumo d’acqua (9,43 mc/t prodotte), il consumo di energia specifico (7,07 GJ/t prodotte) e i rifiuti generati per tonnellata di carta prodotta (0,24 tonnellate), mentre cresce l’impiego di materie prime da riciclo (il 54% del totale) e l’avvio a recupero dei rifiuti (ora al 90,2%).

Al contempo, il 2024 ha visto il passaggio dalla seconda alla terza generazione della famiglia Pasquini con la nomina di Francesco Pasquini ad amministratore delegato del Gruppo, e la governance è stata poi arricchita dall’ingresso nel capitale della holding del fondo Azzurra Capital.

«Questo ventesimo Rapporto – spiega Pasquini – non è solo un bilancio delle nostre performance, ma una tappa fondamentale di un lungo viaggio fatto di coraggio, coerenza e visione. In questi vent’anni abbiamo costruito un modello industriale innovativo e sostenibile che unisce qualità, competitività e attenzione per l’ambiente e le persone. Oggi, con l’ingresso di Azzurra Capital nel capitale della holding, abbiamo nuove risorse e una governance rinnovata che ci permettono di accelerare lo sviluppo internazionale rimanendo fedeli ai nostri valori. Le sfide non mancano, ma siamo pronti ad affrontarle con la forza di chi ha una direzione chiara: creare valore condiviso per tutti i nostri stakeholder».

Al proposito, Lucart ha consolidato il proprio impegno verso la decarbonizzazione, aderendo alla Science Based Target initiative (SBTi) con l’obiettivo di sviluppare una strategia di riduzione delle proprie emissioni di gas serra basata sulle più recenti evidenze scientifiche e validata da un organismo terzo. Con l’adesione al programma, Lucart si impegna entro la fine del 2025 a presentare target di riduzione specifici sulle emissioni controllate direttamente (Scopo 1), emissioni indirette legate alla produzione di elettricità, vapore o calore acquistati da rete (Scopo 2) ed emissioni indirette provenienti dalla propria catena del valore (Scopo 3).

lucart focus bilancio 2025

Redazione Greenreport

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