
Da Agsm Aim investimenti da 1,1 mld di euro al 2030, centrale il ruolo delle rinnovabili

La partecipata interamente pubblica Agsm Aim (61,2% Comune di Verona e 38,8% Comune di Vicenza) ha presentato ieri il suo nuovo piano industriale al 2030, che cuba investimenti da 1,1 miliardi di euro.
«Il Piano coniuga una crescita dimensionale con impatti diretti sulla nostra comunità attraverso progetti ad alta vocazione sostenibile quali la geotermia, l’ulteriore sviluppo del teleriscaldamento, una nuova generazione 100% da fonti rinnovabili e sperimentazioni nell’ambito dell’idrogeno», spiega il presidente della società, Federico Testa.
Sul fronte energetico, al 2030 il 70% di potenza elettrica installata proverrà da fonti rinnovabili con 144 GWhth provenienti dalla geotermia: complessivamente per fine decennio si parla di 1 TWh di energia prodotta, di cui l’80% da fonti rinnovabili.
Lato impianti sono previsti 526 milioni di euro di investimenti complessivi (pari al 45% del totale), di cui 508 milioni di euro destinati alla realizzazione di impianti di generazione 100% rinnovabili e all’avvio di sperimentazioni in ambito flessibilità, idrogeno verde ed eolico offshore. L’obiettivo al 2030 è di raggiungere 1 TWh di energia prodotta, di cui l’80% da fonti rinnovabili. 18 milioni di euro saranno invece destinati all’ammodernamento di impianti di economia circolare e attrezzature per supportare le esigenze dei territori.
Per quanto riguarda le reti, sono previsti 391 milioni di euro di investimenti (pari al 34% del totale), di cui 293 destinati all’ammodernamento di reti elettriche e gas per adeguarle alle sfide della transizione. Il gruppo Agsm Aim prevede anche d’implementare strumenti per mitigare il rischio incrementale derivante dalla crescita su business a mercato e individuare business model con stabilità di ricavi (es: incentive Fer, Ppa, project financing) che consentano di attenuare gli effetti di una esposizione alle dinamiche del mercato. Il tutto con ricadute economiche importanti tanto quelle ambientali.
«Gli 1,1 miliardi di euro di investimenti previsti rappresentano il fattore abilitante per assicurare efficienza e competitività al gruppo – commenta il consigliere delegato Alessandro Russo – che prevede un Ebitda a fine piano a 250 milioni di euro, ponendolo nelle migliori condizioni per governare, da protagonista, la transizione energetica. Una crescita che vogliamo coniugare con il rispetto e l’attenzione per i cittadini, accompagnandoli nella transizione climatica. Un approccio “gentile” e “sensibile” che li aiuti a orientarsi nella complessità e che trasformi la crescita aziendale in un vettore di crescita sociale».
