Rifiuti urbani, dopo gli “impianti a freddo” (Tmb) solo l’1,1% dei flussi viene riciclato in Italia
Nel 2024 i rifiuti avviati al trattamento meccanico biologico (TMB) o al solo trattamento meccanico (TM) sono pari a 9 milioni di tonnellate; tale processo intermedio è effettuato presso 132 impianti che producono circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti destinati ad altre tipologie di trattamento.
I rifiuti trattati sono costituiti per il 74,2% da rifiuti urbani indifferenziati (circa 6,7 milioni di tonnellate), per il 20,6% da rifiuti urbani pretrattati, classificati con i codici del capitolo 19 dell’elenco europeo (oltre 1,8 milioni di tonnellate), per il 2,1% (quasi 184 mila tonnellate) da altre frazioni merceologiche di rifiuti urbani (carta, plastica, metalli, legno, vetro e frazioni organiche da raccolta differenziata) ed, infine, per il 3,1% da rifiuti speciali provenienti da comparti industriali (agro industria, lavorazione del legno, ecc.), con un quantitativo pari a 282 mila tonnellate.
Gli impianti operativi censiti sul territorio nazionale (132) includono 25 impianti che effettuano il solo trattamento meccanico (TM) dei rifiuti urbani indifferenziati. In quest’ultima fattispecie rientrano anche alcuni impianti di TMB che nell’anno in esame non hanno effettuato il processo di biostabilizzazione della frazione organica. La distribuzione regionale degli impianti è riportata nella Figura 3.3.3; in particolare, nel Nord sono presenti 37 impianti (comprensivi di 8 impianti di TM), nel Centro 40 (13 TM) e nel Sud 55 (4 TM).
Nel 2024 gli impianti di trattamento meccanico/meccanico biologico sono autorizzati a trattare un quantitativo di rifiuti pari a circa 18,9 milioni di tonnellate di cui 3,5 milioni di tonnellate al Nord, circa 5,6 milioni di tonnellate al Centro e 9,8 milioni di tonnellate al Sud.
Si osserva che il Sud è la macroarea che avvia la maggiore quantità di rifiuti urbani al trattamento intermedio meccanico biologico prima di una destinazione definitiva di recupero o smaltimento.
Si rileva che i rifiuti urbani indifferenziati (codice EER 200301) trattati dagli impianti intermedi di TMB/TM sono prevalentemente gestiti nella stessa regione in cui sono prodotti (97,7% del totale, pari a oltre 6,5 milioni di tonnellate). I quantitativi da fuori regione (complessivamente 152 mila tonnellate), sono prevalentemente ricevuti dall’Abruzzo, con oltre 63 mila tonnellate (provenienti dal Lazio) e dalla Lombardia, con quasi 57 mila tonnellate, di cui 49 mila tonnellate dalla Calabria e 7 mila tonnellate dal Trentino-Alto Adige; il Piemonte riceve 29 mila tonnellate dalla Liguria e la Calabria 2 mila tonnellate dalla Sicilia.
Anche i rifiuti pretrattati, appartenenti al capitolo EER 19, sono prevalentemente avviati agli impianti localizzati all’interno della regione (il 76,6% del totale, corrispondente a oltre 1,4 milioni di tonnellate). Le maggiori quantità da fuori regione sono ricevute dall’Emilia Romagna, quasi 123 mila tonnellate (di cui 53 mila tonnellate dalla Campania, quasi 33 mila tonnellate dal Lazio e circa 29 mila tonnellate dalla Sicilia) e dalla Calabria, con quasi 101 mila tonnellate (di cui circa 74 mila tonnellate dalla Sicilia, quasi 17 mila tonnellate dalla Campania e oltre 8 mila tonnellate dalla Puglia). Seguono il Molise, che riceve questa tipologia di rifiuti esclusivamente da fuori regione, in particolare dal Lazio (oltre 45 mila tonnellate), e l’Abruzzo, in cui sono destinate quasi 18 mila tonnellate dalla Campania e 17 mila tonnellate dal Lazio. Quantitativi minori si registrano per Lazio, Lombardia, Toscana, Veneto e Piemonte.
I quantitativi di rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico biologico e trattamento meccanico, sono complessivamente pari, nel 2024, a poco più di 8 milioni di tonnellate e sono costituiti da:
- frazione secca (FS): oltre 3,7 milioni di tonnellate (46,7 % del totale dei rifiuti prodotti);
- combustibile solido secondario (CSS): 1,7 milioni di tonnellate (21,5%);
- frazione organica non compostata: oltre 929 mila tonnellate (11,5%);
- biostabilizzato (BS): poco più di 736 mila tonnellate (9,1%);
- frazione umida: quasi 624 mila tonnellate (7,8%);
- percolato: oltre 109 mila tonnellate (1,4%);
- frazioni recuperabili/riciclabili avviate a operazioni di recupero, incluso il riciclaggio, quali carta, plastica, metalli, legno, vetro, tessili: oltre 95 mila tonnellate (1,2%);
- bioessiccato (BE): 64 mila tonnellate (0,8%).
L’analisi mostra che il 35,1% del totale dei rifiuti prodotti, corrispondente a oltre 2,8 milioni di tonnellate, viene smaltito in discarica. Si tratta, principalmente, di frazione secca (quasi 2 milioni di tonnellate, 69,9% del totale destinato in discarica), di frazione organica non compostata (oltre 448 mila tonnellate, 16,0%), di biostabilizzato (oltre 345 mila di tonnellate, 12,2%), di frazione umida (oltre 39 mila tonnellate, 1,4%) e di bioessiccato (quasi 18 mila tonnellate, 0,6%).Rispetto al 2023, lo smaltimento in discarica delle diverse frazioni prodotte registra una flessione di circa 154 mila tonnellate (-5,2%, Figura 3.3.13).
Ad incenerimento con recupero di energia sono avviati quasi 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti (26,8% del totale prodotto dagli impianti di TM o TMB), costituiti, principalmente, da frazione secca (929 mila tonnellate, 43,0% del totale avviato ad incenerimento con recupero di energia), da CSS (quasi 955 mila tonnellate, 44,2%) e da frazione organica non compostata (poco più di 188 mila tonnellate, 8,7%). Rispetto al 2023 i quantitativi di rifiuti avviati ad incenerimento con recupero di energia registrano un decremento di 20 mila tonnellate (-0,9%).
Il 12,6%, quasi 1 milione di tonnellate, è, invece, destinato ad ulteriore trattamento meccanico e/o biologico, che interessa, prevalentemente, la frazione umida (circa 448 mila tonnellate, 44,3% del totale sottoposto a tale trattamento intermedio), la frazione secca (quasi 325 mila tonnellate, 32,2%), la frazione organica non compostata (quasi 141 mila tonnellate, 14%) e il CSS (poco più di 55 mila tonnellate, 5,5%). Rispetto al 2023, per tale forma di trattamento si osserva un incremento dell’1,2% (oltre 12 mila tonnellate).
Al coincenerimento presso impianti produttivi (cementifici, produzione di energia elettrica e lavorazione del legno) sono avviate quasi 173 mila tonnellate di rifiuti, ovvero il 2,1% del totale prodotto dai TM e TMB. I rifiuti interessati sono costituiti principalmente da CSS (quasi 158 mila tonnellate, 91,4% del totale avviato a coincenerimento). Rispetto all’anno precedente si osserva una riduzione del 37,3% (quasi 103 mila tonnellate).
Al recupero di energia all’estero sono avviate 641 mila tonnellate, l’8% del totale prodotto dagli impianti. Tali rifiuti sono costituiti da CSS (305 mila tonnellate), da frazione secca (252 mila tonnellate), da frazione umida (42 mila tonnellate) e da frazione organica non compostata (27 mila tonnellate). Dal confronto con il 2023 si osserva un decremento dell’8,3% (49 mila tonnellate).
A copertura di discarica sono destinate 269 mila tonnellate di rifiuti prodotti (3,3% del totale), costituite, per lo più, da biostabilizzato (239 mila tonnellate, 88,9% del totale avviato a copertura di discarica) e da frazione organica non compostata (30 mila tonnellate, 11,1%). Rispetto al 2023 i quantitativi dei rifiuti destinati a copertura di discarica dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico fanno registrare un incremento di 46 mila tonnellate (+20,8%).
Le quantità destinate al riciclaggio in Italia sono pari a 86 mila tonnellate (1,1% del totale prodotto) con un aumento di 3 mila tonnellate rispetto al 2023, mentre i quantitativi avviati a recupero di materia all’estero si attestano a 261 mila tonnellate (3,2% del totale prodotto), con un incremento rispetto al 2023 del 46,9% (83 mila tonnellate). Alle operazioni di trattamento preliminare sono destinate 195 mila tonnellate di rifiuti (2,4%) e alla messa in riserva/deposito preliminare 299 mila tonnellate (3,7%).
Le regioni che hanno smaltito in discarica i maggiori quantitativi di rifiuti in uscita dagli impianti di TM e TMB sono la Sicilia, con oltre 500 mila tonnellate (17,9% rispetto al totale smaltito), la Toscana (oltre 380 mila tonnellate, 13,5%), la Puglia (quasi 300 mila tonnellate, 10,6%), il Lazio (286 mila tonnellate, 10,1%), il Piemonte e le Marche (entrambe con circa 206 mila tonnellate, 7,3%, figura 3.3.13). Ad incenerimento con recupero di energia destinano principalmente la Campania (937 mila tonnellate, 43,4%), il Lazio (415 mila tonnellate, 19,2%), la Lombardia (262 mila tonnellate, 12,1%) e la Puglia (140 mila tonnellate, 6,5%). Le regioni che nel 2024 ricorrono maggiormente ad ulteriore trattamento intermedio meccanico e/o biologico sono la Sicilia (poco più di 270 mila tonnellate, 26,7%), il Lazio (233 mila tonnellate, 23,1%), la Puglia (poco più di 193 mila tonnellate, 19,1%) e la Campania (118 mila tonnellate, 11,7%).
I rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico/meccanico biologico sono destinati, per il 66,5% (quasi 5,4 milioni di tonnellate), ad impianti localizzati nella medesima regione, per il 22,3% (circa 1,8 milioni di tonnellate) ad impianti extra regionali e per l’11,2 % (quasi 902 mila tonnellate) ad impianti esteri.
Il Lazio destina al di fuori del proprio territorio i quasi 656 mila tonnellate (53% dei rifiuti prodotti dai TMB/TM della regione). Di tali quantitativi circa 156 mila tonnellate sono smaltite in discarica (prevalentemente in Toscana con circa 81 mila tonnellate, Molise con 19 mila tonnellate), quasi 158 mila tonnellate sono destinate ad incenerimento con recupero di energia (prevalentemente in Lombardia con oltre 91 mila tonnellate e in Emilia Romagna con quasi 58 mila tonnellate) e quasi 174 mila tonnellate sono avviate ad ulteriore trattamento meccanico/meccanico biologico (prevalentemente in Molise con quasi 45 mila tonnellate, in Toscana con 42 mila tonnellate e in Emilia Romagna con oltre 36 mila tonnellate).
Segue la Campania con quasi 393 mila tonnellate (25% dei rifiuti prodotti da TMB/TM in regione), di cui 33 mila tonnellate in discarica (Abruzzo e Puglia), oltre 256 mila tonnellate destinate ad incenerimento con recupero di energia (prevalentemente in Lombardia, quasi 255 mila tonnellate) e oltre 85 mila tonnellate ad ulteriore trattamento meccanico/meccanico biologico (prevalentemente in Emilia-Romagna con quasi 31 mila tonnellate, in Abruzzo con oltre 18 mila tonnellate e quantitativi minori in Basilicata, Calabria , Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia).
Nel caso della Sicilia sono destinate fuori regione circa 164 mila tonnellate (15,7% dei rifiuti prodotti dai TMB/TM regionali), di cui quasi 37 mila tonnellate avviate ad incenerimento con recupero di energia (circa 22 mila tonnellate in Emilia Romagna e quote minori in Lombardia e Friuli Venezia Giulia), poco più di 34 mila tonnellate ad ulteriore trattamento meccanico/meccanico biologico (prevalentemente in Emilia Romagna con oltre 31 mila tonnellate) e circa 81 mila alla messa in riserva (prevalentemente in Calabria ed in Lombardia). All’estero vengono avviate quasi 902 mila tonnellate, in particolare, dalla Campania (quasi 443 mila tonnellate), dalla Calabria (oltre 145 mila tonnellate), dal Lazio (oltre 107 mila tonnellate) e dalla Sicilia (oltre 101 mila tonnellate, Tabella 3.3.6).
Con circa 641 mila tonnellate il recupero di energia è l’operazione più ricorrente per i rifiuti conferiti all’estero (74,8% del totale). La Campania è la regione che destina a tale forma di recupero i maggiori quantitativi (oltre 365 mila tonnellate), seguono la Sicilia, con oltre 56 mila tonnellate e la Calabria, con quasi 53 mila tonnellate.
I quantitativi avviati al recupero di materia si attestano a circa 261 mila tonnellate, rappresentando il 28,9% del totale inviato all’estero. Le regioni che destinano a tale forma di recupero i maggiori quantitativi sono la Calabria (circa 93 mila tonnellate) e la Campania (oltre 77 mila tonnellate).
Quest’articolo è un estratto dal rapporto Ispra Rifiuti urbani 2025, disponibile in via integrale qui: https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2025