Rifiuti organici e tessili, cosa cambia dopo l’approvazione della nuova direttiva europea
Nelle scorse settimane è stata approvata la nuova Direttiva Ue 2025/1892 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, in particolare per quanto riguarda la gestione dei rifiuti tessili e dei rifiuti organici andando ad inserire nuovi e più stringenti obblighi per gli operatori di entrambi i settori (GUUE del 26 settembre 2025).
In sintesi, la nuova Direttiva dispone:
- per i rifiuti organici vengono inseriti obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari, da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030: il 10% per la produzione e la trasformazione alimentare e il 30% pro capite per i rifiuti provenienti dal commercio al dettaglio, dai ristoranti, dai servizi di ristorazione e dai nuclei domestici. Gli obiettivi saranno calcolati sulla media annua 2021-2023. Tali target dovranno comunque essere rivisti dalla Commissione entro il 2027, al fine di verificarne l’effettiva fattibilità;
- per la gestione dei rifiuti tessili la nuova direttiva stabilisce l’adozione, entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva, di sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) che obbligheranno le aziende produttrici di abbigliamenti e accessori, biancheria da letto, tende, cappelli e calzature di farsi carico della gestione dei rifiuti generati dal consumo dei loro prodotti. Le norme si applicheranno a tutti i produttori, anche quelli che operano via e-commerce e indipendentemente dal luogo di stabilimento. La direttiva lascia poi la scelta ai singoli Stati membri se introdurre obblighi EPR anche per i produttori di materassi.
Il provvedimento prevede anche la definizione della governance dei sistemi collettivi della responsabilità estesa che per conto dei produttori aderenti adempiono gli obblighi di legge in materia. Viene stabilito che tutti i soggetti interessati, non solo i produttori, dovranno essere coinvolti nelle decisioni, tra questi gli operatori del servizio di gestione integrata dei rifiuti pubblici e privati, gli Enti locali, le aziende del riutilizzo e della preparazione per il riutilizzo e le imprese sociali. Viene inoltre previsto che tra i soggetti interessati agli obblighi EPR ci siano anche le microimprese, anche se con semplificazioni e con impegni che partiranno gradualmente.
Gli Stati membri avranno tempo fino al 17 giugno 2027 per recepire la direttiva negli ordinamenti nazionali. A tale proposito il ministero dell’Ambiente, anche sulla base delle indicazioni riportate nella bozza di direttiva che stavano circolando, ha finalizzato una bozza di decreto che istituisce un regime EPR per il settore tessile. Un procedimento in cui le imprese di settore stanno svolgendo un ruolo proattivo: «Assoambiente, unitamente ad Unirau, sta partecipando attivamente ai lavori del Mase su questo argomento», come spiega l'Associazione che rappresenta le imprese soprattutto private che gestiscono servizi ambientali e attive lungo la filiera dell’economia circolare.
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