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Trending peace, la pace positiva premia anche il portafogli: profitti a +27%

I consumatori sono pronti a modificare le abitudini di acquisto in relazione all’impegno di un’impresa per quanto riguarda la pace
 |  Green economy

In un mondo attraversato da sempre più guerra, la pace positiva – ovvero non solo l’assenza di conflitto ma l’insieme individuato da Johan Galtung di condizioni strutturali, culturali e istituzionali che permettono a società e imprese di prosperare – è un asset sempre più prezioso per creare di valore.

L’esposizione ai conflitti rappresenta un rischio significativo per le imprese e incide per il 13,5% del PIL mondiale. Al contempo, le aziende in paesi con alti livelli di pace positiva registrano profitti superiori del 27% rispetto alla media globale, secondo l'Institute for economics & peace.

È in questo contesto che la startup italiana Trending peace – fondata da Raffaella Lebano e Beniamino Saibene – entra nella scena imprenditoriale, con un nuovo strumento che calcola quanto un’impresa è “peace driven”. «Essere peace driven significa – spiega Lebano – costruire valore in modo consapevole, ridurre rischi, rafforzare la reputazione e l’attrattività sui mercati globali, integrando la pace come criterio strategico a fianco dei tradizionali criteri Esg (Environment, social, governance). Il Tp Index misura quanto un’azienda contribuisce alla pace positiva, trasformando le azioni concrete in un punteggio numerico. Sulla base di questo score, Trending peace supporta le aziende con indicazioni pratiche per colmare i gap rilevati, migliorando performance, Ebitda, attrattività e capacità di innovare».

In base alle interviste effettuate da Trending peace con l’istituto di ricerca Ipsos su un campione rappresentativo di italiani, l’83% dei concittadini vuole brand impegnati per la pace e come consumatori sono pronti a modificare le abitudini di acquisto in relazione all’impegno di un’impresa su questo fronte.

Per questo il Tp Index valuta anche la Corporate peace responsibility, ossia l’impegno concreto dell’azienda nel contribuire alla costruzione della pace: tutte le azioni che generano impatti positivi sull’azienda stessa, sui territori, sulle persone, sulla trasparenza e sulle relazioni. L’idea è quella di integrare la P di peace con i criteri Esg per un più ampio, concreto e completo posizionamento su una tematica strategica e socialmente rilevante: Esgp - Environment, social, governance and peace.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.