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Rifiuti tessili e alimentari, come recepire al meglio la nuova direttiva Ue: le proposte del Cen

La deadline è per giugno 2027, ma per il Circular economy network guidato da Edo Ronchi accelerare i tempi è necessario per dare impulso alle attività di riciclo e di riutilizzo
 |  Green economy

Il Circular economy network (Cen), costola della Fondazione per lo sviluppo sostenibile guidata dall’ex ministro Edo Ronchi con un’attenzione verticale sull’economia circolare, ha rivolto una lettera al ministro Pichetto per accelerare il recepimento della nuova direttiva europea sui rifiuti (2025/1982) che modifica la direttiva quadro sui rifiuti del 2008 – introducendo obiettivi vincolanti sui rifiuti alimentari e tessili – e da recepirsi entro il 17 giugno 2027.

Il Circular economy network ritiene che la nuova direttiva rifiuti possa dare impulso alle attività di riciclo e di riutilizzo e quindi propone di avviarne il recepimento da subito, mediante un apposito emendamento alla legge di delegazione europea 2025. Tale atto, annualmente, delega al governo l’emanazione di decreti legislativi per recepire varie direttive e altri atti normativi dell’Unione europea

Per quanto riguarda i rifiuti tessili, la più importante novità prevista dalla nuova direttiva riguarda l’introduzione di regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore. L’Italia ha da tempo previsto l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, esperienza che ha consentito di individuare gli aspetti da tenere in considerare nella fase di elaborazione di un regime Epr in questo settore. Le criticità emerse riguardano, tra gli altri aspetti: «La non remunerabilità del riciclaggio dei rifiuti tessili; l’indisponibilità di impianti specializzati per tutte le frazioni merceologiche presenti nei rifiuti tessili; l’insufficiente qualità della raccolta differenziata».

Il regime di responsabilità estesa del produttore, ne sono convinti gli aderenti al Cen, deve essere strutturato «in modo da assicurare gli investimenti necessari a garantire la realizzazione di impianti specializzati, capaci di trattare le diverse frazioni merceologiche presenti nei rifiuti tessili ed economicamente sostenibili. È inoltre necessaria una pianificazione di impianti distribuiti per bacini territoriali capaci di offrire un approvvigionamento in grado di rendere remunerativo l’investimento. A tal fine, il Cen chiede di aggiornare il Programma nazionale di gestione dei rifiuti».

E per quanto riguarda gli scarti alimentari? Per il Cen sarebbe opportuno introdurre un regime Epr anche per il settore dell’industria e della distribuzione alimentare: «Ciò permetterebbe di ridurre i costi in capo ai Comuni per la raccolta della frazione organica e ai compostatori per il relativo trattamento. Un’altra misura auspicabile è quella di definire livelli di qualità operativa degli impianti di trattamento della frazione organica. In questo modo si stimolerebbe una produzione più efficiente di ammendanti di più alta qualità».

Redazione Greenreport

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