Sul piatto 3 miliardi e limiti all’export di rifiuti di magneti: il piano ResourcEu per garantire all’Ue materie critiche
Terre rare, materie prime critiche, magneti: l’Europa ha problema di dipendenza dall’estero, soprattutto dalla Cina, per una serie di elementi che sono fondamentali per portare avanti la transizione digitale e verde. Settori strategici come quello dell’energia, della difesa, delle telecomunicazioni, dell’automotive, delle attrezzature mediche richiedono sempre maggiori quantità di materiali che scarseggiano nel Vecchio continente. Ma le strategie per ridurre il tasso di dipendenza non mancano. Ne aveva parlato già un paio di mesi fa Ursula von der Leyen intervenendo al Berlin global dialogue. E ora a Bruxelles sono passati dalle parole ai fatti. La Commissione europea ha infatti varato il piano d’azione RESourceEU, che ha come obiettivo proprio quello di intensificare e ampliare i suoi interventi volti a garantire l'approvvigionamento dell'Ue di materie prime critiche, come elementi delle terre rare, cobalto e litio.
L’iniziativa dei vertici comunitari fa seguito al Critical raw materials act (Crma) e porta in campo risorse finanziarie e strumenti pratici per salvaguardare l'industria dalle turbolenze geopolitiche e di mercato, favorire progetti sulle materie prime critiche in Europa e all'estero, e collaborare con paesi affini per diversificare le filiere di approvvigionamento. L'obiettivo del piano è velocizzare lo sviluppo dei progetti rilevanti e diminuire le dipendenze strategiche.
La strategia si basa su pilastri fatti di investimenti e nuove norme. Prima di tutto, la Commissione promuoverà con strumenti finanziari e modifiche legislative i progetti strategici capaci di ridurre le dipendenze fino al 50% entro il 2029. Nei prossimi 12 mesi, inoltre, l’Ue destinerà fino a 3 miliardi di euro per sostenere iniziative che possono offrire forniture alternative a breve termine. Commissione Ue, Banca europea per gli investimenti e Stati membri stanno già attivando supporto finanziario per progetti prioritari, come l’estrazione di litio a Vulcan in Germania e il progetto molibdeno Malmbjerg di Greenland Resources.
Per quanto riguarda poi le altre misure inserite nel piano RESourcEU, la proposta messa a punto dalla Commissione europea prevede che all'inizio del 2026 si instauri un “Centro europeo per le materie prime critiche” che fornirà dati di mercato, coordinerà e finanzierà progetti strategici con strumenti dedicati insieme a partner pubblici e privati, e agirà come gestore per una rete di approvvigionamento resiliente e diversificata, anche mediante acquisti e scorte comuni. Per far fronte alla volatilità geopolitica e dei prezzi e migliorare la consapevolezza sulle possibili carenze, la piattaforma delle materie prime aiuterà le aziende a unire la domanda, partecipare ad acquisti comuni e siglare accordi d'acquisto. Si stanno inoltre definendo con gli Stati membri misure coordinate a livello Ue per lo stoccaggio di materie prime critiche, con un progetto pilota che partirà all'inizio del 2026. Per tutelare il mercato unico e rafforzare la resilienza delle filiere, il piano include attività di monitoraggio, coordinamento in situazioni di crisi e difesa contro interferenze ostili.
Ultimo ma non ultimo, per aumentare la capacità di riciclo dell'Europa, la Commissione Ue introdurrà nel 2026 restrizioni all'export di rottami e scarti di magneti permanenti, basate su valutazioni approfondite, insieme a misure mirate per i rottami di alluminio. Si valuterà poi un intervento simile per i rottami di rame se necessario.
Un emendamento al Crma estende gli obblighi di etichettatura dei prodotti e promuove il riciclo degli scarti di produzione di magneti permanenti, cioè materiali di scarto e pezzi difettosi. L’introduzione di quote di contenuto riciclato in questi magneti, nel piano previsto da Bruxelles, sosterrà il riciclo dentro l’Ue.
Tra l’altro, entro metà 2026 un piano d’azione affiancherà la promozione dei fertilizzanti nazionali, dei nutrienti riciclati e di soluzioni alternative per ridurre la dipendenza da fertilizzanti che utilizzano materie prime critiche.
Una serie di misure prevede poi di incentivare progetti di materie prime critiche, riducendo i rischi degli investimenti e accelerando i permessi. L’Ue intensificherà la cooperazione con partner affini per diversificare le forniture e accelerare la collaborazione industriale, basandosi sui 15 partenariati strategici esistenti con paesi ricchi di risorse, tra cui il recente accordo con il Sudafrica. La Commissione avvierà anche negoziati con il Brasile e sta sviluppando quadri d’investimento dedicati alle filiere integrate con Ucraina, Balcani occidentali e paese nel quartiere meridionale. Attraverso Global Gateway, cercherà di promuovere investimenti vantaggiosi in mercati emergenti ed economie in via di sviluppo. Sul piano interno, l’Ue sostiene la Critical Minerals Production Alliance del G7 guidata dal Canada, la tabella di marcia per mercati basati sugli standard e promuove una forte diversificazione tramite il G20 Critical Minerals Framework.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e reponsabile per la prosperità e la strategia industriale ricorre a parole di soddisfazione per commentare il varo del piano: «Oggi l'Europa agisce in modo indipendente nel settore delle materie prime critiche. Con il piano d'azione RESourceEU ci stiamo dotando degli strumenti necessari per accelerare la nostra produzione e diversificare il nostro approvvigionamento di materie prime critiche. Ciò comprende nuovi finanziamenti, procedure normative semplificate e partnership internazionali rafforzate e nuove. In questa corsa globale per le materie prime di cui le nostre industrie hanno più bisogno, RESourceEU è un motore della nostra sovranità industriale. Una pietra miliare della sicurezza economica dell'Europa».
Non altrettanta soddisfazione esprime invece la galassia ambientalista. La rete di associazioni europee European environmental bureau scrive che «il nuovo pacchetto ReSourceEU rischia di militarizzare la politica mineraria e di indebolire le misure di salvaguardia necessarie per proteggere le comunità, i diritti e la resilienza a lungo termine dell’Europa». Per l’organizzazione attiva nella tutela ambientale e di contrasto alla crisi climatica, Bruxelles sta ripetendo «l’errore fondamentale del Defence Omnibus»: «Trattare le protezioni ambientali e sociali come sacrificabili in nome della prontezza e della rapidità. Questa spinta allo stoccaggio arriva in un momento sorprendentemente contraddittorio, poiché l'Ue sta anche indebolendo la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese e la direttiva sulla rendicontazione in materia di sostenibilità delle imprese attraverso il primo omnibus, smantellando di fatto proprio quegli strumenti che consentirebbero all'Europa di costruire catene di approvvigionamento veramente responsabili e trasparenti». La società civile, sottolinea l’Eeb, ha già osservato una crescente pressione per accelerare il rilascio di autorizzazioni per l'estrazione e la lavorazione di minerali destinati alla difesa senza adeguate valutazioni di impatto ambientale, pianificazione dell'uso del suolo e protezione della natura».
Per la rete di associazioni ambientaliste europee, i vertici comunitari dovrebbero quanto meno mettere in campo misure che garantiscano che la governance mineraria non comporti un indebolimento delle politiche ambientali e dei requisiti di due diligence in materia di diritti umani, che aumenterebbe i rischi di conflitto e minerebbe la credibilità dell'Europa. Secondo, sottolinea l’Eeb, Bruxelles dovrebbe gestire la domanda complessiva di risorse promuovendo una vera circolarità attraverso l'introduzione di obiettivi vincolanti per ridurre il consumo di materiali in Europa. E, terzo, bisognerebbe rafforzare il riciclaggio di alta qualità e il recupero delle materie prime critiche dai principali flussi di rifiuti, quali batterie, veicoli fuori uso, apparecchiature elettroniche e rifiuti da costruzione e demolizione, attraverso la nuova legge sull'economia circolare, la revisione della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) o la proposta di regolamento sulla progettazione dei veicoli e la gestione del loro fine vita.