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Il 79% dei 200 milionari intervistati in Italia ha dato supporto all’insegna di “Tax the rich”

Tassare i super ricchi per finanziare la transizione ecologica, 134 economisti italiani dicono sì

Maslennikov (Oxfam): «La classe politica che non può più ignorare la necessità di rafforzare l’equità del nostro sistema fiscale»
 |  Green economy

Per essere davvero sostenibile e accettata dalla cittadinanza, la transizione oltre che ecologica deve essere gioco forza equa. In altre parole a finanziarla devono essere soprattutto i più ricchi, che sono peraltro anche i maggiori responsabili per le emissioni di gas serra.

Non a caso 134 economiste ed economisti italiani hanno sottoscritto un Manifesto a supporto di un’agenda Tax the rich per l’Italia, chiedendo di assicurare un maggiore prelievo a carico dei membri più facoltosi della nostra società: un’iniziativa appena presentata e discussa al Senato, col coordinamento di Oxfam e di Patriotic Millionaires.

Come spiega Oxfam, l’obiettivo è umentare l’equità del sistema fiscale italiano, garantire maggiore sostenibilità alle finanze pubbliche e reperire le risorse necessarie per stimolare una crescita sostenibile ed inclusiva, supportare politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, finanziare investimenti nella transizione ecologica giusta, nei beni pubblici essenziali come sanità ed istruzione e nel contrasto all’ampliamento dell’area della vulnerabilità ed esclusione sociale.

Oltre a più ampie riforme fiscali per il medio periodo, nel breve gli economisti firmatari chiedono l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, da applicarsi allo 0,1% più ricco dei cittadini italiani – ovvero i titolari di patrimoni netti superiori a 5,4 milioni di euro – in linea con l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) Tax the rich, per la quale è in corso la raccolta firme (200mila le adesioni già arrivate); l’aumento del prelievo sulle grandi successioni e donazioni; l’introduzione di ulteriori scaglioni e aliquote marginali Irpef per redditi più elevati.

«Con questo Manifesto – spiega Mikhail Maslennikov di Oxfam – ci auguriamo di avere l’ascolto della classe politica che non può più ignorare la necessità di rafforzare l’equità del nostro sistema fiscale e rinunciare a recuperare risorse cruciali per abbattere le liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche, stabilizzare il personale precario nelle scuole, finanziare misure di supporto a cittadini in condizioni di fragilità e una lotta senza quartiere ai cambiamenti climatici».

Gli stessi super ricchi che dovrebbero far fronte all’aumento del prelievo fiscale si dichiarano d’accordo, in larga parte: il 79% dei 200 milionari italiani intervistati ha espresso supporto per un aumento del prelievo a carico degli individui più facoltosi per finanziare servizi pubblici e misure di contrasto al caro vita.

«Recenti studi empirici, tra cui il nostro sull’Italia, hanno mostrato come in molti Paesi il sistema fiscale sia nel suo complesso regressivo, con i contribuenti più ricchi che beneficiano di aliquote effettive del prelievo minori rispetto al resto della popolazione con redditi meno elevati – concludono Demetrio Guzzardi, Elisa Palagi ed Andrea Roventini, economisti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e principali estensori del Manifesto – Le misure proposte nel Manifesto ambiscono a porre rimedio a questa palese ingiustizia, assicurando un maggiore prelievo a carico dei membri più facoltosi della nostra società, come lo 0,1% più ricco della popolazione e favorendo una distribuzione più equa degli oneri fiscali in linea con il principio di progressività esplicitamente richiamato nella nostra Costituzione».

Chiedi di introdurre un’imposta europea sui grandi patrimoni per finanziare sanità, scuola, misure di contrasto alla povertà e lotta ai cambiamenti climatici, firma qui!

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.