Ogni anno in Europa 3 milioni di veicoli a fine vita spariscono nel nulla
In Europa ogni anno oltre 3 milioni di veicoli fuori uso scompaiono senza lasciare traccia, sfuggendo a qualsiasi forma di tracciabilità e trattamento ambientale. Un fenomeno che mina le basi della circolarità nel settore auto e che il nuovo Regolamento europeo sui veicoli a fine vita (End Life Vehicle, ELV) mira a contrastare.
L’occasione per fare il punto è arrivata con l’evento “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, organizzato a Roma dall’Associazione Demolitori di Autoveicoli (Ada), aderente ad Assoambiente. Al centro dell’incontro, le principali novità contenute nella proposta normativa che l’Unione europea si prepara ad adottare.
In un videointervento, Paulius Saudargas, relatore del Regolamento per il Parlamento europeo, ha chiarito gli obiettivi principali: «Obiettivo del Regolamento è sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050. Uno dei target centrali è preservare le materie prime critiche di cui l’Europa è povera e rafforzare la nostra industria del riciclaggio». Saudargas ha evidenziato anche l’importanza dell’ecodesign, che dovrà «rendere più semplice disassemblare i veicoli e avviarli a recupero».
Un nodo chiave della nuova norma riguarda la responsabilità estesa del produttore (EPR), con obblighi stringenti sia per i costruttori sia per gli impianti di trattamento. Ogni operatore, infatti, dovrà raggiungere entro cinque anni una quota dell’85% di recupero per ciascun veicolo trattato. Chi non sarà in grado di garantire questi risultati, sarà fuori dal mercato.
«Il settore è oggi davanti a un passaggio importante», ha spiegato Anselmo Calò, presidente di Ada. «La normativa richiede ad ogni operatore all’interno del proprio impianto di raggiungere tra cinque anni la quota dell’85% di recupero del veicolo demolito. Solo chi raggiungerà questo target potrà restare sul mercato». Calò ha inoltre sottolineato che il testo della norma recepisce molte delle osservazioni dell’Associazione, grazie anche al sostegno dei parlamentari italiani Cavedagna, Maran e Sardone, ma «molto però resta ancora da fare».
Tra i punti più urgenti c’è la necessità di istituire un’autorità di monitoraggio efficace: «È importante, in particolare, che sia garantita la presenza di tutti i componenti della filiera nell’autorità di monitoraggio dell’attuazione dell’EPR», ha aggiunto Calò, indicando la necessità di «una maggiore collaborazione con le Case automobilistiche, che si basi su un dialogo leale e su un efficace partenariato».
A ribadire l’importanza del settore nel quadro dell’economia circolare è stato anche il deputato europeo Pierfrancesco Maran, intervenuto all’evento: «Nel confronto con i relatori del Regolamento siamo riusciti a far riconoscere l’attività dei demolitori di auto come un anello centrale dell’economia circolare». Maran ha poi ricordato che «abbiamo dato massima attenzione ai 3 milioni di veicoli a fine vita che ogni anno in Europa spariscono nel nulla», evidenziando che «oggi siamo arrivati a una stesura della norma più che attenta a frenare l’esportazione dei veicoli al di fuori dei confini europei e a ridurre anche le esportazioni al di là dei confini nazionali».