
«Stop Fossili, Start Rinnovabili»: iniziative targate Legambiente nei luoghi simbolo dell’Italia fossile

Una mobilitazione nazionale, una serie di azioni simboliche che si svolgeranno lungo tutta la penisola, e per contribuire alla causa di “Stop Fossili, Start Rinnovabili” è stata lanciata anche una petizione pubblica che chiede una inversione di rotta immediata. Legambiente dà un colpo di acceleratore nella battaglia contro il ricorso alle fonti energetiche più inquinanti. Punto di partenza delle nuove iniziative è il fatto che a tutt’oggi, nonostante le numerose evidenze scientifiche sui danni creati da petrolio, gas e carbone, il richiamo del fossile non molla la presa sul Governo italiano. Nonostante la crisi climatica ed energetica, i costi esorbitanti della bolletta energetica causati dalla dipendenza dall’estero e la necessità di rispettare gli obiettivi europei di azzeramento delle emissioni nette, l’esecutivo continua a legittimare nuovi progetti di sfruttamento di fonti energetiche inquinanti, oltre a delineare un surreale scenario di ritorno del nucleare in Italia, denuncia il Cigno verde.
Si tratta di una denuncia basata su fatti, dati, tutti confermti dalla mappa “Italia Fossile” di Legambiente realizzata sulla base delle informazioni divulgate dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Ad aprile 2025 sono stati infatti ben 192 i progetti legati alle fonti fossili in attesa di valutazione (22 in più rispetto all’ultima mappatura effettuata a fine 2023), tra cui 83 procedure su centrali a gas, 16 per nuovi rigassificatori, 1.323 chilometri di nuovi gasdotti, due nuovi impianti di stoccaggio in attesa di Valutazione d’Impatto Ambientale, 23 progetti relativi a permessi di ricerca e concessioni per la coltivazione di idrocarburi. A questi si aggiungono 35 nuove richieste per lo svolgimento di attività connesse allo sfruttamento degli idrocarburi.
A livello regionale, l’Emilia-Romagna detiene il primato regionale per numero di istanze in fase di autorizzazione relative ad attività estrattive e infrastrutture fossili: sono ben 33. Seguono Lombardia (18), Sicilia e Puglia (16 ciascuna), Abruzzo (14), Marche (12), Sardegna (11). Le restanti regioni – a eccezione della Valle d’Aosta dove non risultano progetti in valutazione – registrano meno di dieci istanze ciascuna.
Contro queste politiche di sostegno alle fonti fossili si inserisce dunque la mobilitazione nazionale “Stop Fossili, Start Rinnovabili”, lanciata in occasione del recente Youth Climate Meeting di Paestum (SA), l'annuale raduno nazionale delle e degli under 35 di Legambiente, con oltre 300 partecipanti, e pronta a tornare in piazza sabato 14 giugno, alla vigilia della Giornata mondiale del Vento, con iniziative in luoghi simbolo della Penisola, tutti segnati dalla presenza di anacronistiche infrastrutture della filiera delle fossili. Tra questi, il deposito Eni di Calenzano (FI), le aree dell’Appenino attraversate dal mega gasdotto SNAM e la centrale a carbone Enel di Brindisi. Sarà un momento di rilancio dell’attivismo climatico, che si inserisce nel più ampio quadro della campagna #ChangeClimateChange: una piattaforma con cui Legambiente propone, in una chiave di cambiamento, la costruzione di proposte e mobilitazioni per ricordare al governo italiano che il nostro Pianeta è in pericolo e che bisogna agire in fretta. Ad alcune delle iniziative parteciperà anche la Rete “Per il Clima, Fuori dal Fossile”, rafforzando il fronte comune contro le fonti fossili.
«La nostra mobilitazione nazionale, con l’esposizione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici nei luoghi simbolo dell’Italia fossile, - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente - vuole evidenziare la contraddittoria politica del Paese che, tra le iniziative su gas e nucleare del Governo nazionale e gli ostracismi trasversali delle Regioni allo sviluppo delle rinnovabili, continua a rallentare l’adozione su larga scala degli impianti di produzione di energia da fonti pulite, ostacolando una vera transizione ecologica. Chiediamo un’accelerazione repentina sulle energie green, sugli accumuli e sulle reti, la rimozione delle barriere autorizzative da parte del Ministero della Cultura e delle Regioni e un impegno concreto negli investimenti necessari. Dopo la recente sentenza del TAR Lazio sul ricorso di ANEV, che ha censurato parti importanti di due decreti del Governo Meloni, il Ministro Pichetto Fratin modifichi presto il decreto sulle aree idonee, che ha lasciato troppa discrezionalità alle Regioni, e lo stesso dovrebbe fare il Ministro Lollobrigida sul DL agricoltura, che vieta in modo indiscriminato il fotovoltaico a terra, come evidenziato dal TAR Lazio».
Sono numerosi gli appuntamenti di “Stop Fossili, Start Rinnovabili” segnalati da Legambiente. A Minerbio (BO) ci si riunirà simbolicamente a partire dalle 11, nella piazza centrale, per esprimere dissenso sul nuovo tratto del gasdotto “Linea Adriatica” che interesserà il territorio del comune emiliano. In Toscana, a Calenzano (FI), l’appuntamento è alle 10 presso il deposito carburanti ENI, teatro a dicembre 2024 di un incidente sul lavoro che ha causato la morte di cinque persone. In provincia di Macerata, alle 11 al Rifugio di Manfrica, luogo scelto per la sua posizione strategica: da qui sono visibili sia i lavori di un gasdotto in rifacimento, sia un parco eolico, a testimonianza della contraddizione tra vecchio e nuovo modello energetico. A Milano si terrà un flashmob a partire dalle 17:30 presso la sede della Fondazione Legambiente Innovazione in via G. Vida 7, mentre a Paganica (AQ) è previsto un doppio appuntamento: alle 10 presso il Santuario della Madonna d’Appari e alle 11 in località San Pietro, due luoghi simbolici perché minacciati dal passaggio di un gasdotto. L’opera è al centro di contestazioni, anche da parte dell’amministrazione comunale, che si oppone ai tentativi di esproprio dei terreni per consentirne la realizzazione. E infine a Brindisi azione davanti alla centrale a carbone Enel per chiedere una riconversione e reindustrializzazione ecologica del sito.
