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L’incidente al largo della Grecia è stato segnalato con giorni di ritardo

L’ombra della flotta russa si allunga sul Mediterraneo, è esplosa una quinta petroliera

La Vilamoura ha a bordo circa un milione di barili greggio, ignoto il “porto rifugio” di destinazione: l’Ue è pronta a garantire adeguate risposte sul fronte anti-inquinamento?
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Appendiamo non senza preoccupazione che si è verificata un’altra esplosione a bordo di una petroliera, la Vilamoura, lo scorso 27 giugno: la notizia è stata data dalle agenzie di stampa questo pomeriggio, con un notevole ritardo e senza che siano state fornite circostanziate notizie sulle possibili fuoriuscite di greggio e se si siano registrati fenomeni d’inquinamento marino.

Procediamo con ordine: l’unità in questione, che alcune agenzie di stampa sostengono possa appartenere alla cosiddetta “flotta ombra” russa, la Vilamoura (IMO number 9529293), battente bandiera delle Isole Marshall (risulterebbe essere di proprietà della compagnia greca Tms Tanker Ltd.), ha a bordo circa un milione di barili greggio (circa 120.000 tonnellate). La petroliera risulterebbe essere stata, in precedenza, tracciata nei porti russi di Ust-Luga (aprile del 2025) e Novorossijsk (maggio del 2025), e risulta regolarmente noleggiata per il trasporto di prodotti petroliferi russi.

Allo stato attuale, secondo attendibili fonti, la nave si trova a ovest dell’Isola di Creta e a sud del Peloponneso; naviga rimorchiata con rotta 125 gradi e con una velocità stimata di 1,1 nodi. La nave danneggiata dall’esplosione è stata presa a rimorchio nel Golfo di Laconia, in Grecia dall’unità antincendio “Boka Summit”, battente bandiera maltese, per una prima valutazione tecnica delle condizioni in cui si trova la petroliera. Ricordiamo che la petroliera ha lasciato gli ormeggi nel terminal petrolchimico di Zueitina, in Libia, il 26 giugno e la destinazione veniva indicata come “Open Sea” (mare aperto).

Le dimensioni dell’unità, che attualmente risulterebbe avere ha un pescaggio di 17 metri (nave a pieno carico), è lunga 274 metri e larga 48 metri. Rileva segnalare che si tratta della quinta esplosione di questo tipo registrata nel Mediterraneo, come evidenzia la società di consulenza Vanguard Tech. Tutte le cinque navi coinvolte risultavano essere transitate da porti russi.

Qualche considerazione riteniamo sia il caso di farla. Cominciamo dal lasso di tempo trascorso dall’esplosione fino alle prime notizie da parte dell’agenzie di stampa, un arco di tempo eccessivo. Sembrerebbe – ad ora la coniugazione al condizionale diventa obbligatoria –, che l’unità in questione abbia navigato verso la Grecia fino a stamani, quando risulterebbe essere stata presa al rimorchio da un’unità antincendio e che il convoglio così composto stia navigando con rotta est-sudest: ma per andare verso quale porto?

In un caso simile, stando alle norme comunitarie, occorre che lo Stato che riceve la nave sinistrata indichi un porto rifugio che sia in grado di accogliere in sicurezza la petroliera che contiene ancora nella sua pancia un potenziale carico inquinante che potrebbe mettere in serio pericolo gli ecosistemi marini di mezzo Mar Egeo.

Non risulta a chi scrive che ad ora, 1° luglio ore 17, le Autorità greche abbiano reso noto quale sia il porto rifugio individuato per accogliere, in sicurezza, la petroliera che, verosimilmente, sta ancora bruciando e ancor meno sappiamo se l’Emsa (European maritime safety agency) stia seguendo con la necessaria attenzione il caso di specie e se sia stata approntato un mirato piano di emergenza per contenere i possibili inquinamenti del mare della petroliera Villamoura. Attendiamo fiduciosi che nelle prossime ore le istituzioni comunitarie e nazionali interessati diffondano pertinenti ed informati comunicati stampa.

Quanto ancora potremo contare sulla buona sorte e sul vigile occhio dei sacri numi protettori del Mare Mediterraneo?

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).