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Montemurlo, conclusa la bonifica del capannone con oltre 300 tonnellate di rifiuti tessili

L’indagine, a cui ha preso parte Arpat, si è chiusa dopo mesi con la rimozione dei rifiuti a spese del titolare della ditta e il dissequestro dell’area
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Si è chiusa con la completa bonifica e il dissequestro del sito la vicenda del capannone di Montemurlo (Prato), al centro di un’indagine per gestione illecita di rifiuti tessili. L’operazione, avviata nel 2023 e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, ha visto la collaborazione tra Arpat, Carabinieri forestali del Nipaaf e Agenzia delle Dogane.

Durante i controlli, le autorità avevano riscontrato gravi irregolarità nella gestione dei rifiuti speciali non pericolosi, tra cui lo stoccaggio di tipologie non autorizzate, il superamento dei limiti quantitativi consentiti e l’utilizzo di aree diverse da quelle previste nella planimetria approvata. Inoltre, la ditta non teneva in modo completo il registro di carico e scarico dei rifiuti, obbligo fondamentale per la tracciabilità dei flussi.

A seguito di tali violazioni, l’intero impianto era stato posto sotto sequestro preventivo, mentre il legale rappresentante dell’azienda era stato denunciato per gestione illecita e traffico di rifiuti speciali non pericolosi.

Nel corso dei mesi successivi, il titolare ha provveduto – a proprie spese – alla rimozione e al corretto smaltimento di 313 tonnellate di materiali, di cui 221 tonnellate di rifiuti tessili e 92 tonnellate di altri rifiuti misti.

Completate le operazioni di bonifica e verificata la regolarità del conferimento presso impianti autorizzati, l’autorità giudiziaria ha disposto il dissequestro dell’area, riportando il sito a condizioni conformi alle normative ambientali.

Redazione Greenreport

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