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Mare caldo: mucillagini nell’Area marina protetta di Miramare e in tutto l’Adriatico

Fedagripesca chiede una task force per tenere sotto controllo la prolificazione di alghe
 |  Natura e biodiversità

Sulla sua pagina Facebook l’Area Marina Protetta di Miramare scrive: «Vi state lamentando del caldo e delle mucillagini? Non ditelo agli organismi bentonici: per loro, là sotto, è questione di vita o di morte. In questi giorni sui nostri fondali la situazione è quella che potete osservare nelle immagini: filamenti e fiocchi di mucillagini che avvolgono molluschi, spugne e ascidie e soprattutto una temperatura sul fondo assolutamente fuori norma. A 4 metri e mezzo di profondità ha raggiunto i 26 gradi e gli effetti si vedono già: evidenti i segnali di sofferenza su spugne gialle e nere e ascidie, diversi gli organismi in decomposizione con proliferazione di solfobatteri. D’altronde, quando l’estate scorsa la temperatura ha raggiunto questi livelli, in riserva abbiamo osservato importanti episodi di sbiancamento delle madrepore e morie di spugne gialle. Si tratta infatti di specie indicatrici degli effetti del cambiamento climatico in quanto sensibili alle variazioni repentine di temperatura. Per questo motivo anche quest'estate verranno tenute sotto stretta osservazione dai nostri ricercatori per verificare sia la risposta alle ondate di calore che l'eventuale capacità di ripresa dai fenomeni di bleaching o necrosi che hanno colpito le colonie».
Il fenomeno non riguarda solo l’AMP di Miramare e il Friuli Venezia Giulia, ma tutta la costa adriatica, dal Veneto e Emilia Romagna fino a Molise, Abruzzo e Puglia.
Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, ha detto all’Ansa che occorre «Una task force per tenere sotto controllo la prolificazione di alghe, ma anche misure sociali per i lavoratori del settore. Da vagliare anche l'ipotesi di un fermo pesca volontario in base alla situazione delle singole marinerie. Le nostre imprese ci presentano un fenomeno esteso sia in sospensione che sul fondo del mare, causando danni a tutti i sistemi di pesca. Dalle attività artigianali allo strascico, tutti lamentano danni alle reti e difficoltà di pescare». E c'è il rischio anossia per le specie che vivono sui fondali come vongole e fasolari.
Peccato però che le associazioni di categoria dei pescatori spesso si schierino con il governo Meloni nelle sue polemiche anti-ambientaliste e negazioniste climatiche contro l’unione Europea e le regole per una pesca più sostenibile anche a livello climatico.

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Redazione Greenreport

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