
Miramare, quale futuro per la riserva marina?

L'assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, ha reso noto che «Tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) è stato sottoscritto un Accordo per permettere al World Wildlife Fund (WWF) di proseguire la sua attività nell'Area Marina Protetta di Miramare. L'Accordo, che risale a pochissimi giorni fa, è stato proposto dal MATTM e accolto con soddisfazione da entrambi i Ministeri. I termini dell'Accordo saranno successivamente comunicati in sede locale in modo da renderlo operativo».
Anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani, tranquillizza: «L'attivazione rapida dei due Ministeri per la soluzione di una situazione critica è un fatto positivo che, in generale, fa ben sperare per il futuro di Miramare, del suo Parco e di tutto quanto arricchisce il comprensorio».
Secondo il Wwf quella dell’accordo raggiunto è una buona notizia, ma «La notizia meno buona è che i termini dell’accordo non sono stati ancora definiti e quindi non si conoscono le condizioni né i dettagli della permanenza del WWF all’interno del Parco e, soprattutto, nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta all’ente gestore. Ad oggi, di fatto, l’unico atto ufficiale in mano al WWF è la lettera con cui il soprintendente Luca Carburlotto ha intimato alla Riserva di Miramare di lasciare libere entro il 31 dicembre le sedi del Castelletto e del Bagno ducale, atto che – in assenza di una comunicazione di proroga della concessione – di fatto rimane ancora valido. Pur convinti e fiduciosi che, grazie all’intervento dei due Ministeri, la situazione si risolverà positivamente, riteniamo importante continuare a sostenere la petizione per giungere ad un atto formale e operativo nel più breve tempo possibile e mostrare».
Ad aderire subito all’appello del Wwf è stata l’Associazione Trieste Sommersa Diving che in una lettera aperta scrive: «La Riserva marina del WWF rischia di perdere la sua casa. Quel Castelletto sito nel parco di Miramare (con annesso Bagno Ducale) che il Wwf ha ristrutturato con notevoli sacrifici finanziari, affinché divenisse punto di riferimento didattico, turistico e nodo di cooperazioni scientifiche internazionali. Una realtà come poche in Italia, capace di offrire più di 20 percorsi didattici e di attrarre oltre 320 classi per quasi 7.000 studenti l’anno (dati 2014). Una realtà che da diversi decenni ha saputo coniugare formazione, istruzione, uscite storico-naturalistiche in mare e sul Carso, a ricerca scientifica di alto livello. Che ha fatto dell’edutainment e della sensibilizzazione ambientale uno dei suoi punti di forza. Una realtà che rischia di essere cancellata per pastoie burocratiche intrise di indolenza: due elementi che la direzione del polo museale regionale farebbe bene ad abiurare definitivamente, per sposare invece il dinamismo e la programmazione a lungo termine che i tempi attuali esigono, specie per una città come Trieste, la cui vocazione marinara, scientifica e turistica è ormai arcinota ma ahimè non sempre ben sostenuta».
Trieste Sommersa Diving sottolinea che «La domanda di rito – perché? – non ha avuto ancora risposta da parte della Soprintendenza locale. E questo, nonostante le attività del WWF siano da sempre ben inserite nel contesto scientifico-turistico cittadino, in quel Sistema Trieste di cui noi di Trieste Sommersa Diving (TSD) siamo in qualche modo orgogliosi di appartenere trasversalmente, pur essendo la nostra un’Associazione sportiva senza fini di lucro, tuttavia capace di generare eventi culturali di un certo impatto, come Mare Nordest. Perdere questo patrimonio vuol dire impoverire un po’ non solo Trieste, non solo i suoi cittadini, non solo un ideale di cultura scientifica di cui la nostra città sa farsi paladina. Perdere tutto questo significa lasciare che un vento maligno chiamato ignavia sbricioli un edificio solido, al pari di quel che fa una goccia quando scava la roccia».
