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Un altro capodoglio si è spiaggiato in Sicilia

In media sono circa 160 i cetacei che si spiaggiano ogni anno lungo le coste italiane, e nel 30% dei casi le cause di morte sono direttamente legate alle attività umane
 |  Natura e biodiversità

Dopo l’esemplare ritrovato nei giorni scorsi lungo la costa di Cefalù con nello stomaco molti rifiuti in plastica, poche ore fa un altro cadavere di capodoglio è stato rinvenuto in Sicilia, precisamente sulla spiaggia di Palermo. Dall’inizio dell’anno è il sesto capodoglio spiaggiato rinvenuto lungo le coste italiane.

A darne notizia è ancora una volta l’associazione ambientalista Greenpeace, che insieme all’associazione no profit The Blue Dream Project ha presentato oggi a Ostia “MAYDAY SOS Plastica”, una spedizione di ricerca, monitoraggio e documentazione sull’inquinamento dei nostri mari.

Il tour si concentrerà nel Mar Tirreno centrale, un’area marina di particolare importanza per il patrimonio di biodiversità e potenzialmente esposta a fenomeni di accumulo di materie plastiche. La spedizione, della durata di tre settimane, toccherà sia alcune aree marine protette (Ventotene, il Regno di Nettuno-Ischia, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Arcipelago toscano) che zone fortemente colpite dall’inquinamento e si concluderà l’8 giugno all’Argentario, in occasione della Giornata mondiale degli Oceani.

«L’inquinamento da plastica – dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia – ha raggiunto proporzioni ormai inaccettabili. Nelle prossime settimane navigheremo per monitorare il suo impatto sugli ecosistemi marini: dalla foce dei fiumi, come Tevere e Sarno, che spesso sono le strade dei rifiuti verso il mare, seguiremo le rotte dei cetacei, particolarmente abbondanti nell’area e sempre più colpiti dall’inquinamento da plastica, fino ai potenziali vortici di accumulo generati dalle correnti marine». Con chiare conseguenze sulla fauna marina.

I ricercatori del dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione dell’Università degli Studi di Padova hanno presentato oggi uno studio preliminare da cui emerge che in Italia si spiaggiano in media 150-160 cetacei l’anno. Per un 30% dei soggetti le cause di morte sono direttamente legate ad attività antropiche, prime tra tutte il traffico marittimo e la pesca. In aumento, però, le evidenze della contaminazione da plastica, ormai ubiquitaria nel Mediterraneo, che può compromettere seriamente la salute degli animali.  Particolarmente sensibili proprio specie come il capodoglio: negli ultimi dieci anni nel 33% degli spiaggiamenti di questi cetacei sono stati ritrovati con frammenti di plastica nello stomaco, e nel 4% dei casi avvolti dai resti di reti abbandonate.

«È ancora da capire se la plastica sia stata la causa o una con-causa della morte dei capodogli spiaggiati – precisa Sandro Mazzariol dell’Università degli Studi di Padova – Questi eventi, però, sottolineano come l’inquinamento da plastica sia sicuramente un grave problema emergente per la salute e la sopravvivenza di questi animali e che sono necessari studi approfonditi in merito per garantire la conservazione di queste specie».

Redazione Greenreport

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