
Dopo 16 anni di studi, i ricercatori Cnr scoprono il legame tra correnti marine e biodiversità

La biodiversità marina dell’area a sud di Capo Passero, nel Canale di Malta, è strettamente legata alla dinamica delle correnti superficiali del Mar Ionio. È quanto emerge da una nuova ricerca condotta dall’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias) in collaborazione con l’Istituto di studi sul Mediterraneo (Cnr-Ismed), pubblicata sulla rivista Frontiers in Earth Science.
L’analisi, basata su campioni raccolti nel corso di 16 anni di campagne oceanografiche, ha permesso di osservare un andamento ciclico nella presenza di larve di pesce, strettamente connesso all’alternarsi delle modalità ciclonica e anticiclonica del sistema di circolazione noto come BiOS (Bimodal Oscillating System). Questo meccanismo, spiegano i ricercatori, prevede un’oscillazione periodica delle correnti superficiali che invertono regolarmente la direzione nel bacino ionico.
Secondo Bernardo Patti, ricercatore del Cnr-Ias e primo autore dello studio, «l’area a sud di Capo Passero offre condizioni favorevoli per lo sviluppo di un grande numero di specie ittiche, configurandosi come un importante hotspot di biodiversità marina». L’alternanza ciclica rilevata è direttamente connessa alla dinamica delle correnti: «La modalità ciclonica, con il suo movimento antiorario, è in grado di intensificare la struttura frontale che caratterizza l’area di studio», prosegue Patti.
Tale struttura agisce come una barriera naturale, generata da gradienti di salinità e densità, che favorisce la ritenzione e la sopravvivenza delle larve, il cui aumento di biodiversità può essere influenzato anche da un meccanismo di trasporto proveniente dalle aree settentrionali ioniche. Al contrario, durante le fasi anticicloniche, la barriera si indebolisce e le larve vengono disperse verso il mare aperto ionico, dove le condizioni oligotrofiche – caratterizzate da scarsità di nutrienti e di sostanze organiche – ostacolano il loro sviluppo.
Lo studio apre nuove prospettive sulla comprensione delle dinamiche marine e sulle loro implicazioni ecologiche, in particolare in relazione all’impatto del cambiamento climatico. Le modifiche nella temperatura delle acque e nei regimi di circolazione potrebbero infatti alterare l’equilibrio di questi processi, influenzando la composizione e la distribuzione delle popolazioni ittiche nel Mediterraneo.
