
L’Italia e altri 10 Paesi Ue chiedono di depotenziare e rinviare la legge contro la deforestazione

Undici Paesi dell’Unione europea stanno facendo pressione affinché venga ulteriormente depotenziata e rinviata la legge per limitare la deforestazione (European union deforestation regulation, Eudr). E tra questi Paesi c’è l’Italia.
L’indiscrezione è stata raccolta e diffusa dall’agenzia Reuters, che ha visionato un documento che presenta diverse richieste di modifica alla Commisione europea in questo senso. Nel mirino ci sono le misure decise in ambito comunitario per mettere fine al 10% della deforestazione globale alimentata dal consumo di soia, carne di manzo, olio di palma e altri prodotti importati dall’Ue. Il testo originario del provvedimento è stato già semplificato e le scadenze fissate in agenda maggiormente diluite nel tempo, per consentire ai produttori di adeguarsi alle nuove norme. Ma la è ancora criticata da alcuni governi dell’Ue, tra cui appunto quello italiano.
Al momento l’entrata in vigore dell’Eudr è prevista per la fine di dicembre 2025: dal 2026 la politica dell'Unione europea richiederà agli operatori che immettono sul mercato Ue soia, carne bovina, olio di palma, cacao, caffè e altri prodotti di fornire dichiarazioni di due diligence che dimostrino che i prodotti non alimentano la deforestazione. Gli obblighi di due diligence si applicheranno anche alle esportazioni dell’Ue. Ma ora questo gruppo di 11 Paesi chiede a Bruxelles di semplificare ulteriormente le norme e di rinviare nuovamente la data di applicazione. «I requisiti imposti ad agricoltori e silvicoltori restano elevati, se non impossibili scritto i rappresentanti degli 11 Paesi nel documento, visionato dalla Reuters. E già oggi si capirà che strada potrà essere imboccata, visto che i ministri dell’agricoltura Ue si vedono a Bruxelles.
Oltre all’Italia, a chiedere modifiche sono Austria, Lussemburgo, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Lettonia, Portogallo, Romania e Slovenia hanno firmato il documento.
Questi movimenti preoccupano il mondo dell’associazionismo ambientale. «Con la scusa di alleggerire gli oneri amministrativi del Regolamento Ue sulla deforestazione, arrivano proposte che equivalgono a un chiaro tentativo di sabotare, prima ancora della sua attuazione, una delle leggi ambientali più importanti dell'Ue», scrive il Wwf Italia in una nota. Sostenere che l'Eudr sia eccessivamente oneroso per i piccoli agricoltori europei e i proprietari forestali, come sostenuto dai governi che vogliono rivedere le norme, «è mera speculazione», denuncia il Panda, dato che l'Eudr si applicherà a loro solo tra un anno, nel giugno 2026, e che tutti i Paesi dell'Ue rientrano nella categoria a basso rischio, con meno obblighi per le aziende e ancora meno per i piccoli agricoltori e proprietari forestali. «In particolare, la proposta di introdurre una categoria “senza rischio” – scrive il Wwf – oscura l'obiettivo del regolamento di garantire che i consumi prodotti dall’Unione europea non causino la distruzione delle foreste del Pianeta, comprese quelle dell'UE. In un momento in cui la perdita di foreste tropicali è aumentata dell'80% tra il 2023 e il 2024 e gli incendi boschivi stanno diventando sempre più frequenti a livello globale, non è il momento di fare marcia indietro usando solo belle parole contro la deforestazione, e distruggendo al contempo l’unico strumento normativo per combatterla efficacemente».
