
Le falene usano le stelle, la Via Lattea e il campo magnetico terrestre come bussola
Il rivoluzionario studio “Bogong moths use a stellar compass for long-distance navigation at night”, pubblicato su Nature da un team internazionale di ricercatori guidato da David Dreyer e Andrea Adden della Lunds Universitet svedese, dimostra che durante la sua migrazione annuale di 1.000 chilometri la falena australiana Bogong (Agrotis infusa) utilizza le stelle e la Via Lattea come bussola per raggiungere le fresche grotte all’interno dell’isola/continente.
Lo studio rivela inoltre che il campo magnetico terrestre svolge un ruolo importante nella navigazione di questa enigmatica ma anonima falena grigio-marrone, originaria dell'Australia e con un cervello delle dimensioni di un decimo di chicco di riso, ma che possiede anche un "sesto senso" nascosto che per decenni è stato un mistero per i gli scienziati.
Ogni estate, percorre una migrazione notturna di oltre 1.000 chilometri al buio, poi passa l'estate nelle fresche grotte della catena montuosa più alta dell'Australia, le Snowy Mountains, che le falene riescono a trovare pur non essendoci mai state prima e senza alcuna guida. Con l'arrivo dell'autunno, circa 4 miliardi di falene ripercorrono lo stesso viaggio di ritorno per accoppiarsi, deporre le uova e infine morire.
Il nuovo studio è riuscito a svelare parte dell'enigma che circonda il mistero della migrazione ed Eric Warrant, professore di biologia all'università di Lund e responsabile dello studio, ricorda che «Navigare seguendo le stelle è una capacità che solo gli esseri umani, spesso con l'aiuto di un sestante, e alcuni uccelli che migrano di notte la possiedono. Ora possiamo stabilire che la falena Bogong è il primo invertebrato finora noto a padroneggiare questa impresa».
I ricercatori hanno testato il modo in cui le falene si orientano in diverse condizioni del cielo utilizzando sofisticati simulatori di volo e analisi cerebrali in ambienti controllati e magneticamente neutri in Australia e Dreyer spiega che «Quando agli insetti veniva presentato un cielo stellato naturale privo di campo magnetico, volavano costantemente nella direzione migratoria corretta per la stagione: verso sud in primavera, verso nord in autunno. Quando il cielo stellato veniva ruotato di 180 gradi, anche le falene cambiavano direzione di 180 gradi, ma quando le stelle venivano distorte, il loro orientamento scompariva. E’ stato un vero momento eureka assistere a questo fenomeno durante gli esperimenti».
Gli scienziati sono anche riusciti a mappare i circuiti neurali nel mini-cervello delle falene, dove sono immagazzinate le informazioni sulle stelle e sono riusciti a stabilire che «La falena Bogong non perde la sua direzione migratoria quando le stelle sono coperte dalle nuvole. Questo significa che il campo magnetico terrestre può essere utilizzato anche come bussola supplementare». Warrant fa notare che «E’ assolutamente incredibile, considerando la lunghezza del viaggio. E’ l'equivalente di un essere umano che percorre la distanza di due giri del mondo usando solo i sensi».
Gli scienziati svedesi sono convinti che «La nuova scoperta potrebbe essere di interesse per gli ingegneri che sviluppano droni volanti, ad esempio. Potrebbe anche fornire informazioni sulle strategie di conservazione per le specie minacciate dai cambiamenti climatici o dalla perdita di habitat. Soprattutto, lo studio sottolinea la magnificenza della natura e l'importanza di preservare la biodiversità».
Warrant conclude: «La falena Bogong è una specie a rischio di estinzione in Australia a causa della siccità causata dai cambiamenti climatici. E’ di fondamentale importanza proteggere questa meravigliosa navigatrice e fornirle rotte migratorie sicure e cieli sereni».
