Le Regioni Liguria e Lombardia hanno approvato la caccia in deroga a 176.231 uccelli protetti
Con la Dgr n. 335 del 10/7/2025 e la Dgr n. 4714 del 14/7/2025 le Regioni Liguria e Lombardia, rispettivamente, hanno deliberato l’autorizzazione per la caccia in deroga a 176.231 uccelli appartenenti a specie protette. Nel dettaglio, si tratta di 25.984 fringuelli e 11.058 storni in Liguria e ben 97.637 fringuelli e 41.552 storni in Lombardia.
«Siamo di fronte a due provvedimenti giustificati con motivazioni prive di fondamento giuridico e scientifico – dichiarano le associazioni ambientaliste e animaliste italiane, tra cui Cabs, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Lndc animal protection e Wwf – In entrambi i casi si invocano le ‘tradizioni’ venatorie, una giustificazione già respinta dalla Corte di Giustizia europea, si veda caso C-900/19. Altrettanto pretestuosa e ridicola è l'affermazione che l’attività venatoria possa portare a ‘miglioramenti ambientali’ o contrastare lo spopolamento delle aree interne. Si tratta di argomentazioni smentite dai fatti e prive di qualsiasi logica».
Per questo le associazioni hanno formalmente chiesto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto un intervento immediato per fermare le delibere regionali, basate su motivazioni infondate e illegittime, frutto solo della chiara volontà politica di favorire interessi particolari e dettati da logiche puramente elettorali, con lo scopo di offrire ai cacciatori ulteriori occasioni per sparare e divertirsi a discapito dei piccoli uccelli migratori e in aperta violazione di leggi e direttive europee.
Sostenere che sfalciare l’erba intorno a un appostamento fisso di caccia sia un'opera di "miglioramento ambientale" e capace addirittura di contribuire a "combattere l'erosione e il dissesto idrogeologico" è pura fantasia. La Regione Liguria arriva ad affermare che la caccia in deroga possa contrastare lo spopolamento delle aree interne: un'altra affermazione risibile, basata sulla vaga supposizione che i cacciatori "frequenteranno bar e ristoranti".
«Al contrario – aggiungono le associazioni – un turismo di qualità, basato sulla frequentazione di escursionisti e amanti della natura, viene scoraggiato dalla presenza massiccia di appostamenti di caccia, come dimostrano numerosi studi di settore».
Ancor più paradossale è che la Regione Lombardia, nel tentativo di giustificare la propria deroga, cita la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso Finlandia (C-334/03), tuttavia tale caso riguardava una deroga sui tempi di caccia, e non sulle specie cacciabili, e per di più ha portato alla condanna della Finlandia per non aver rispettato la Direttiva Uccelli; un ulteriore segnale della debolezza delle argomentazioni regionali.
«L'Italia – concludono le associazioni – è già stata condannata dalla Corte di Giustizia europea proprio per la gestione delle deroghe. Per tutti questi motivi, chiediamo al ministro Pichetto Fratin di intervenire tempestivamente, al fine di evitare che sia arrecato un danno irreparabile al patrimonio faunistico e per scongiurare le sanzioni europee».